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Quello che è accaduto a Bacoli è inaccettabile. Non si può respingere una cittadina da un ufficio pubblico per un paio di bermuda al ginocchio. Il rispetto del decoro non deve mai trasformarsi in un abuso che umilia le persone. In un Comune che dovrebbe essere la casa di tutti, ci ritroviamo invece davanti a un regolamento medievale che non ha nulla a che fare con il buon senso. Invito l’amministrazione a ritirare immediatamente questo divieto ridicolo e a preoccuparsi piuttosto di garantire servizi efficienti e accoglienza ai cittadini”. Lo dichiara il consigliere regionale Diego Venanzoni, intervenendo sul caso di Bacoli, in provincia di Napoli, dove un cartello affisso all’ingresso del Municipio – riferisce Venanzoni – vieta l’accesso agli uffici comunali con “abiti non adeguati, in particolare pantaloncini”. Una disposizione, spiega, “che in questi giorni ha prodotto il suo primo effetto concreto: una cittadina, in abbigliamento del tutto ordinario e con bermuda al ginocchio, è stata respinta dagli sportelli”. “In piena estate, con temperature che sfiorano i 40 gradi – prosegue Venanzoni – non si può pensare di negare ai cittadini il diritto di accedere ai servizi pubblici per un dettaglio di abbigliamento. Il decoro delle istituzioni si difende con la qualità dei servizi e con la serietà dell’accoglienza, non misurando la lunghezza di un pantalone. Bacoli non ha bisogno di divieti grotteschi, ma di un’amministrazione vicina alle persone e capace di dare risposte concrete ai loro problemi”.