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Un giovane “attaccato alla vita, alla musica, allo sport”. Così il cappellano della Basilica di San Francesco Di Paola, Mario Savarese, ha ricordato oggi Michele Luca Noschese, in arte dj Godzi, il 36enne napoletano morto in circostanze ancora da chiarire lo scorso 19 luglio a Ibiza, l’isola delle Baleari dove si era trasferito da 12 anni. Tante le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta Michele, in chiesa, durante i funerali, e accompagnando la bara in piazza Plebiscito, a Napoli, sulle note dell’Inno nazionale.

Alle spalle dell’altare una gigantografia con il volto del giovane e, sul feretro, una bandiera italiana, la maglietta della sua squadra di calcio con il numero 5, una foto e una targa del Comune di Napoli. Nei primi banchi, la famiglia del dj e producer, che si era affermato – ad Ibiza e non solo – nel mondo della musica house.

Il padre, Giuseppe, ne ha ricordato la passione per lo sport, l’impegno nello studio che lo ha portato a laurearsi in Economia e commercio, ma più di ogni altra cosa la volontà di portare avanti il suo progetto legato alla musica.E’ riuscito da solo a realizzare il suo sogno – ha detto – ha bruciato le tappe in maniera rapidissima e in questi giorni è stato ricordato in tutto il mondo, dalla Russia al Brasile, dagli Stati Uniti a Ibiza e qui a Napoli. Forse questo può aver potuto ingenerare qualche gelosia”.

Il giovane, per gli inquirenti spagnoli, sarebbe deceduto mentre veniva bloccato dalla Guardia civil – intervenuta perchè minacciava un vicino di casa – a causa di un infarto causato dall’abuso di droghe. La famiglia ipotizza invece che il decesso sia avvenuto a seguito delle botte degli agenti spagnoli. L’autopsia svolta in Spagna non ha evidenziato lesioni compatibili con percosse, ma gli accertamenti fatti svolgere dalla famiglia del giovane in forma privata avrebbero indicato la frattura di alcune costole.

Gli esami medici svolti dagli inquirenti spagnoli, ha detto oggi il padre del dj, sono stati “frettolosi” e la diagnosi “grossolana”. Per questo sarà probabilmente determinante l’autopsia eseguita lo scorso 12 agosto su disposizione della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza l’omicidio preterintenzionale; i risultati saranno noti “entro un mese”.

In ogni caso, ha fatto sapere il padre del dj, che è medico, il corpo di Michele sarà sepolto e non cremato, e ciò lascia aperta la possibilità, se necessario, di svolgere ulteriori esami. L’obiettivo ultimo, ha detto Giuseppe Noschese, è “di arrivare a una verità concreta. Io sono abituato a combattere e combatterò anche questa ennesima sfida che la vita mi ha messo di fronte. Ho un’idea chiara di cosa è successo, ma naturalmente sono il padre e sono di parte. Noi non siamo alla ricerca di alcun colpevole. Sicuramente la giustizia spagnola e italiana sapranno fare il loro corso e hanno la nostra massima fiducia”.