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I have a dream, anzi: “Stanotte ho sognato”. Il sasso nello stagno lo lancia Tonino Liguori, ex funzionario Pd. Nel Campo Largo in Campania nove liste, un candidato presidente: Roberto Fico, ovviamente.

Un gioco estivo, una boutade da ombrellone. O forse sì un sogno, ma premonitore. Però Liguori non è il primo che passa. È “l’uomo dei numeri”. Il vate da cui pendono tutti, nelle lunghe notti elettorali. Nel Pd, ma anche prima: nei Ds, nel Pds e nel Pci. Liguori è considerato, ancora oggi, alla stregua di “una scienza esatta”. E quindi sarà un gioco, si capisce. Magari solo un auspicio, di quelli circolanti nelle stanze giuste. Ma intanto lui si diverte a buttarla lì, in una storia su Facebook.

Nel Campo Largo ci sono i soci fondatori, ossia Pd e M5S, con Alleanza Verdi Sinistra. C’è il Psi. E poi “Campania sul serio”, lista identificabile con Italia Viva, e altri spezzoni moderati.

Non manca Clemente Mastella, con la sua Noi di Centro. E infine le civiche. Una è di prassi, spetta al candidato: “Fico presidente”. Chi potrebbe entrarci ancora non si sa. Ma si immaginano nomi della società civile. L’altra le assomiglia solo in apparenza: “Riformisti per Fico”. L’ispiratore non sarebbe, si dice, l’ex presidente della Camera. Bensì il suo king maker: Gaetano Manfredi, vero deus ex machina del Campo Largo.

La nona lista è la più complessa, al momento. Non per la sua configurazione: nei fatti, esiste da molto tempo. Si chiama “A Testa Alta”, è di chiara matrice deluchiana. Il rebus concerne il negoziato, in corso tra il governatore uscente e il Pd. Liguori scommette: De Luca farà l’accordo, ma avrà una lista sola. O perlomeno lo ha sognato stanotte. E di solito, da sveglio o nel sonno, Tonino ci azzecca sempre.