Criticità, elementi da chiarire, domande in cerca di risposta. La Fondazione Teatro di San Carlo vive giorni di tensione. Le voci di dentro rilanciano tanti interrogativi. La fase è quantomai delicata. C’è un contenzioso in atto, per la nomina di di Fulvio Macciardi a sovrintendente.
Il 3 settembre l’udienza al Tar, dopo il ricorso presentato dal sindaco Gaetano Manfredi, presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione. Manfredi contesta il provvedimento adottato dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli su indicazione di tre consiglieri su cinque (due designati dal governo e uno dalla Regione Campania). Il reclamo chiede di sospendere la nomina. Il rischio paventato da alcuni, in caso di accoglimento, è di un commissariamento deciso dal ministero.
Ma il 27 agosto è prevista anche l’udienza al Tribunale civile di Napoli, fissata lo scorso 9 agosto. Quel giorno di due settimane fa, è stata respinta analoga richiesta cautelare. Un pressing a carte bollate, quello di Manfredi. Per lui la designazione di Macciardi non è legittima.
Nel frattempo, per la data del 26 agosto il sindaco di Napoli ha convocato il consiglio, la sede dove poter esercitare i poteri di controllo. All’ordine del giorno due soli punti: comunicazioni del presidente, e il decreto ministeriale di nomina del sovrintendente, datato 5 agosto. Non è previsto altro. Ma all’interno della Fondazione c’è chi ritiene non basti. Fonti qualificate, infatti, parlano di temi urgenti da trattare. Ad esempio, gli incarichi conferiti dall’ex sovrintendente e direttore artistico Stéphane Lissner. Il suo mandato è scaduto il 31 marzo scorso. Secondo alcune interpretazioni, le sue nomine sarebbero automaticamente decadute. Ciò perché si tratta di incarichi fiduciari. Tra questi, il più importante è quello di Emmanuela Spedaliere, attuale direttrice generale del San Carlo. Una questione da approfondire, in ogni caso. Ma quando? Certuni se lo chiedono con insistenza, nelle stanze del Massimo.
Sempre alcune fonti citano la questione dell’Officina di Vigliena. L’ex edificio Cirio di Napoli Est, trasformato in laboratori di falegnameria e scenografia del San Carlo. Le fonti interne indicano una delle questioni da esaminare nelle liquidazioni ad ex dipendenti. Secondo le informazioni, ci sarebbero anche casi di pagamenti da 250.000, 230.000 e 150.000 euro netti, oltre a altre somme inferiori. Questi numeri corrispondono a erogazioni legittime, fino a prova contraria. Ma in Fondazione c’è chi chiede una verifica, considerandone la consistenza. Su tali vicende, esiste peraltro un’interrogazione in consiglio regionale. Lo scorso luglio l’ha presentata la consigliera Maria Muscarà. “Attraverso segnalazioni – premette l’interpellanza -, sembrerebbe che la Fondazione del Teatro San Carlo avrebbe dato tra 2023 e 2024 liquidazioni per i suoi dipendenti per un totale circa di 1,1 Ml di euro netti e circa 1,5 Ml lordi”. Muscarà evoca anche un altro presunto caso: “Sembrerebbe che ci sono state una serie di assunzioni poco chiare soprattutto nell’area Artistica“. Su tutte queste voci, la consigliera chiedeva chiarimenti alla giunta regionale. Ovvero: “Se la cifra delle liquidazioni” sia corretta, e chi le abbia autorizzate. E inoltre, se si intenda verificare “la regolarità dei contratti e delle nuove assunzioni delle posizioni del personale della Fondazione”. In aggiunta, l’interpellanza intendeva sapere “se i laboratori di Vigliena sono stati effettivamente eliminati”.
La risposta della Direzione generale per le politiche culturali è stata tuttavia interlocutoria. A detta dell’amministrazione regionale, i quesiti formulati nell’interrogazione “risultano espressi in termini generici, privi di riferimenti circostanziati o elementi documentali oggettivi”. E in più “l’assenza di specifiche fonti rende oggettivamente difficoltosa la possibilità di fornire risposte puntuali e dettagliate, anche al fine di evitare valutazioni meramente ipotetiche o non supportate da riscontri oggettivi“. La Regione specificava anche che la Fondazione Teatro di San Carlo “è un soggetto giuridico di diritto privato, in forma di fondazione lirico-sinfonica”. E in quanto tale, “non è soggetta al controllo analogo da parte della Regione Campania, né rientra tra gli enti su cui l’Amministrazione regionale esercita un potere di vigilanza sostanziale”. Tale ultimo compito, invece, “compete esclusivamente al Ministero della Cultura”. Fine delle trasmissioni. Ma sui vari quesiti ancora inevasi, risulta esserci un esposto alla Procura regionale della Corte dei conti. L’ha firmato il consigliere comunale d’opposizione Catello Maresca, tra l’altro magistrato ordinario. E lumi in materia sono invocati anche dalla commissione Trasparenza del consiglio comunale, presieduta da Iris Savastano. Ma al momento, spiegazioni non ne sono pervenute. Una cosa è sicura: mai come ora, al San Carlo in molti sperano che “Nessun dorma” non sia solo un’aria della Turandot di Puccini.