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Hanno fatto volare dei palloncini bianchi in cielo all’uscita della bara di Tina Sgarbini dalla chiesa di San Pietro e Paolo a Montecorvino Rovella, gli amici e i parenti della donna uccisa dall’ex compagno Christian Persico nella notte tra venerdì e sabato. Un rito commosso e partecipato con una folla che ha riempito tutti i banchi della chiesa del Comune picentino guidato dal primo cittadino Martino D’Onofrio che alla fine ha voluto lasciare un messaggio alla fine della celebrazione. Ad officiare il rito funebre il vescovo ausiliare Monsignor Alfonso Raimo.

Non possiamo rimanere indifferenti – ha detto durante l’omelia – non possiamo limitarci a parole di rito che sembrano risultare vuote, chiamiamo le cose con il loro nome: femminicidio. La violenza non è mai la soluzione, nè nei legami nè tra le mura di casa, la violenza amplifica i problemi, non li risolve. È come se il mondo avesse dimenticato che le parole hanno un potere più grande delle mani e delle armi che feriscono e distruggono. Insieme a Tina piangiamo le troppe donne che hanno perso la vita per mano di chi diceva di amarle. Insieme a loro i figli e le figlie che restano con cicatrici invisibili ma indelebili. Facciamo in modo che la morte di Tina diventi una chiamata, un impegno, una conversione: solo così il suo sacrificio non sarà vano”. Presenti, in prima fila, i tre figli della donna Kevin, Cecilia e Asia che visibilmente scossi non hanno distolto mai lo sguardo dalla foto della madre, ancora sorridente e piena di vita, nonostante la morte.