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Nelle ultime settimane l’attenzione della politica sannita si è concentrata tutta sulla casa di Noi di Centro, dove Clemente Mastella ha deciso di puntare dritto sul figlio Pellegrino come candidato alle prossime elezioni regionali. Una scelta che non poteva passare inosservata e che, com’era prevedibile, ha dato adito a speculazioni, commenti e critiche di ogni genere.

C’è chi punta il dito contro il sindaco di Benevento, accusandolo di aver piegato il suo movimento a logiche familiari. D’altra parte, Noi di Centro è un partito costruito a sua immagine e somiglianza: naturale, quindi, che Mastella rivendichi il diritto di indicare chi, a suo avviso, rappresenti al meglio il progetto politico. E lo ha fatto con la consueta determinazione, annunciando senza esitazioni la candidatura del figlio.

Il vero paradosso, però, si nasconde altrove: tra le fila di quel centrodestra che da anni si professa anti-mastelliano. Ogni giorno battaglie, comunicati, prese di posizione contro il “mastellismo” come fenomeno politico. Ma, al momento delle scelte, ecco la contraddizione: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega presentano in lista una pattuglia di candidati che con Mastella hanno un legame diretto e profondo. Da Mario Ferraro a Fernando Errico, fino a Luigi Barone, i nomi parlano chiaro: tutti cresciuti alla scuola di Ceppaloni, tutti a vario titolo figli del mastellismo.

Così, mentre Pellegrino Mastella corre con il simbolo di famiglia, nel campo avverso si schierano le copie. L’elettore sannita si troverà dunque davanti a un bivio solo apparente: che scelga l’originale o la versione di centrodestra, in Regione siederanno comunque dei mastelliani. Il Sannio, ancora una volta, sembra destinato a muoversi sulla via di Ceppaloni.