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Unimpresa Irpinia Sannio alza il livello del confronto sulla DMO “Sannio Matesino”. L’associazione di categoria, dopo avere esaminato la documentazione ricevuta per l’eventuale adesione, chiede di fermare l’iter e propone una strada alternativa, quella di una sola DMO coincidente con l’ATTO della Provincia di Benevento. “Siamo in netto contrasto con l’impostazione attuale, allo stato non è dimostrabile sul piano tecnico, non offre una sostenibilità economica verificabile e non rispetta le condizioni minime richieste per il riconoscimento regionale”, afferma il presidente Ignazio Catauro. “La Regione riporti il confronto su un perimetro funzionale e legittimo, ossia una DMO unica sull’ATTO Benevento”.

Il progetto “Sannio Matesino” mette insieme Valle Telesina, Titerno, Alto Tammaro, Fortore e i bacini dell’Isclero e del Volturno, spingendosi fino alla dorsale del Matese casertano. Una visione ampia che, secondo l’Associazione, allo stato non supera i test previsti dalle regole, quando una destinazione non coincide con gli ambiti territoriali turistici ottimali, vanno dimostrate contiguità territoriale e riconoscibilità unitaria dell’immagine turistica, oltre a presentare gli atti e i dati essenziali per la valutazione. “Nei dossier circolati non risultano allegate analisi convincenti dei mercati di domanda, né mappe che certifichino un’unità funzionale credibile, né un quadro di accessibilità in grado di spiegare come si muoverebbero davvero i visitatori”, sintetizza Catauro.

La contestazione non è solo metodologica. Unimpresa Irpinia Sannio rileva l’assenza, ad oggi, degli allegati minimi per l’istruttoria, l’inventario certificato dei posti letto per Comune e tipologia, la verifica delle soglie quantitative e l’elenco degli operatori effettivamente rappresentati. “I numeri non possono essere un’opinione, vanno esposti con crisma ufficiale. Finché non vediamo tabelle e attestazioni, non è possibile una valutazione compiuta della tenuta della proposta”, insiste l’Associazione.

Secondo Unimpresa Irpinia Sannio, Associazione attiva nel comparto Turismo e Servizi nelle province di Benevento e Avellino, la prima contraddizione è territoriale. “Nel perimetro tracciato confluiscono realtà come il Titerno, il Fortore, l’Alto Tammaro, Pietrelcina e le colline beneventane, insieme a comuni del Matese casertano, separati da decine di chilometri. Si tratta di territori collegati da viabilità non sempre agevole e con servizi spesso non omogenei, per i quali non risulta documentata un’immagine turistica effettivamente condivisa.

Pietrelcina, che ha in Benevento un naturale riferimento ferroviario e culturale, verrebbe di fatto scorporata dal capoluogo per confluire in un contenitore che appare sbilanciato su Telese e sull’area casertana. È una scelta che, a nostro avviso, non appare coerente con il principio di ‘omogeneità’ richiamato dalla legge regionale e dalle Linee guida sulle DMO”, fa notare l’Unimpresa Irpinia Sannio.

L’Associazione mette in evidenza che, sul fronte della governance, la situazione non appare migliore. Alla luce degli atti trasmessi, allo stato non risultano pubblicati un atto regolativo compiuto e criteri idonei a garantire trasparenza e un’equa rappresentanza tra i territori. In queste condizioni il rischio è quello di una DMO che concentri funzioni su Telese e sull’area matesina, con possibili effetti penalizzanti per le aree interne come il Fortore, l’Alto Tammaro e per la stessa Pietrelcina e il comprensorio di Apice. Le norme e le Linee guida richiamano principi di democraticità, trasparenza, rotazione dei ruoli ed equilibrio territoriale, elementi che, nella documentazione disponibile, non risultano oggi documentati in modo sufficiente. “Senza regole chiare, verificabili e condivise non si costruisce credibilità, per questo chiediamo di rimettere in fila governance e garanzie prima di andare avanti”, evidenzia il presidente Ignazio Catauro.

Non è un caso che Unimpresa Irpinia Sannio parli di un “pasticcio”. Oltre alle criticità normative e operative, c’è un effetto immediato, e cioè si rischia di rallentare la nascita di una DMO naturale e coerente con l’ATTO della Provincia di Benevento, che garantirebbe riconoscibilità e un sostegno istituzionale più chiaro. L’impianto proposto, essendo trans-provinciale, non potrebbe contare su un mandato univoco né dalla Provincia di Benevento né da quella di Caserta, né dalle rispettive Camere di Commercio, che si troverebbero prive di un perimetro di riferimento omogeneo su cui esprimere un supporto pienamente coerente. Ne deriverebbe un soggetto “senza casa”, sospeso tra ambiti diversi e, proprio per questo, meno capace di attrarre risorse e produrre risultati misurabili, rileva l’Associazione.

Dietro questa operazione c’è una cifra precisa, circa 520.940 euro della ‘Strategia nazionale per l’Area interna Tammaro–Titerno’, programmati per la strutturazione della DMO e per il piano di promozione e comunicazione dell’area. Parliamo di risorse pubbliche che, in assenza di un impianto coerente e di eventuali atti formali di rimodulazione, rischiano di essere indirizzate verso un contenitore fragile e divisivo. La nostra impostazione è opposta, prima i bisogni delle comunità e le regole, poi il progetto, quindi le risorse, e non il contrario”, afferma Unimpresa Irpinia Sannio.

L’Associazione invita inoltre a non riproporre schemi già visti con esiti discutibili, perimetri incerti, governance poco chiara, comunicazione che precede i servizi, e chiede di fermare l’iter e riallineare la proposta a criteri di contiguità, trasparenza e sostenibilità a regime. “Senza questi elementi, il rischio è un organismo che resta sospeso tra ambiti diversi, con scarsa capacità di attrarre risorse e produrre risultati misurabili”.

La proposta se collega l’avvio della DMO esclusivamente all’utilizzo dei 520.940 euro della “Strategia nazionale per le Aree interne Tammaro–Titerno”, fondi destinati a strutturazione e promozione, allora, secondo Unimpresa Irpinia Sannio si crea ulteriore confusione. “Ricordiamo che si tratta di fondi vincolati a un perimetro preciso, con finalità e beneficiari definiti. Impiegarli oltre l’Area interna Tammaro–Titerno, includendo territori che non ne fanno parte e persino comuni di un’altra provincia, richiede atti formali di rimodulazione che ridefiniscano perimetro, obiettivi e destinatari; in assenza, l’uso potrebbe risultare non conforme ed esposto a rilievi», puntualizza il presidente Catauro.

Sul fronte politico-amministrativo, l’Associazione prende atto che il Comitato promotore si è insediato e che numerosi comuni hanno deliberato l’adesione. Ma invita a non scambiare la quantità di firme con la qualità del progetto. “Le adesioni fotografano un percorso in movimento, non la sua solidità. Una DMO si riconosce perché dimostra contiguità, dati, governance e sostenibilità economica; non perché mette insieme territori molto diversi sulla carta”, afferma il presidente Unimpresa.

Da qui la richiesta alla Regione Campania di sospendere l’iter del “Sannio Matesino” finché non saranno pubblicate le prove di omogeneità e funzionalità, resi disponibili i dati certificati su posti letto e operatori rappresentati e depositati gli atti di governance con standard minimi. L’associazione chiede inoltre di chiarire, con provvedimenti vincolanti, le condizioni di utilizzo dei 520.940 euro SNAI in coerenza con l’Area Tammaro–Titerno, oppure di procedere alla necessaria rimodulazione degli strumenti di programmazione. In mancanza di tali adempimenti si configurerebbero profili di possibile illegittimità, da un lato l’uso extra-perimetro di risorse vincolate, con il rischio di irregolarità contabile, eterodestinazione e recupero delle somme; dall’altro l’eventuale riconoscimento della DMO in carenza di presupposti istruttori e allegati obbligatori, atto regolativo, Patto di destinazione, inventari certificati, con possibile violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa. “Non è un no pregiudiziale, è un sì alla serietà — insiste il presidente Ignazio Catauro —. Se la proposta si allinea alle regole e alla realtà, il confronto si riapre su basi solide; se rimane un perimetro generoso senza prove e senza numeri, la via più onesta verso cittadini e imprese è una DMO unica sull’ATTO di Benevento”.

Secondo Unimpresa Irpinia Sannio la direzione è chiara e già tracciata: una sola DMO coincidente con l’ATTO e con la Provincia di Benevento, in coerenza con il quadro normativo, sostenuta dalle istituzioni locali e capace di valorizzare identità come Pietrelcina, Benevento, il Fortore, l’Alto Tammaro, le Colline beneventane, la Valle Caudina e la Valle Telesina, insieme alla tradizione enogastronomica di un Sannio unitario. Un progetto leggibile, trasparente, radicato nei dati e nei bisogni. Una scelta di buon senso, non un’architettura complessa e poco funzionale. “Se c’è una lezione che i territori hanno imparato è che i progetti privi di basi solide e costruiti su perimetri incerti difficilmente producono risultati. Servono strumenti nuovi e, soprattutto, onestà intellettuale. Diversamente si rischiano tempi lunghi, dispersione di risorse pubbliche e benefici concentrati invece che diffusi”, conclude il presidente di Unimpresa Irpinia Sannio, Ignazio Catauro.