Neanche San Gennaro fa il miracolo, tra Roberto Fico e Vincenzo De Luca. E non c’entrano le ampolle, il cui contenuto oggi si è regolarmente liquefatto. Non si scioglie, invece, il gelo tra il governatore uscente e l’aspirante successore. Entrambi presenti al Duomo di Napoli, per assistere al rituale prodigio. Ma nemmeno un saluto: Fico e De Luca restano lontani. Un distacco fisico, cifra di quello politico. Il Campo Largo diventa una distanza abissale tra i due. Da mesi, De Luca non perde occasione di attaccare Fico. Senza neppure nominarlo: è una tecnica anche questa, intende ridimensionare il bersaglio. Del resto, il governatore pretende non si facciano “nomi”, perché “prima di parlare delle persone, dobbiamo parlare dei programmi”. Insomma, a De Luca “non interessano nulla i candidati”, ma chiede di “sapere cosa si vuole fare per la Campania, cioè per le imprese, per le famiglie, per la povera gente, per la sanita“. E allora, via con gli avvertimenti deluchiani: “Se qualcuno immagina di introdurre nella Regione Campania forme di ideologismo e stupidaggini del genere, ha sbagliato i conti”. E ancora l’attuale inquilino di Santa Lucia: “Io rappresento il 70% dei cittadini campani, qualcun altro il 9%. Chi si deve adeguare ai programmi è chi rappresenta poco, non chi rappresenta la stragrande maggioranza”.
Ormai non passa giorno senza strali di De Luca. E Fico? Gli chiedono della nuova sede della Regione, il cosiddetto “Faro”. Il pentastellato risponde cauto: “Vedremo tutto, piano piano”. Ma sul mega complesso da centinaia di milioni, da situare a Porta Est a Napoli, il governatore è lapidario: “O va avanti quel progetto o va indietro il candidato”. E Fico è avvisato. L’ex presidente della Camera prova a mostrarsi zen. Con Vincenzo De Luca “c’è un rapporto tranquillo, non ci siamo visti ma stiamo lavorando con la coalizione senza nessun problema” assicura. De Luca, all’opposto, non la manda a dire. “Per me non è deciso nulla – ripete il governatore -. O il programma è serio, che porta avanti in maniera decisa le cose in corso impostate, oppure per quello che mi riguarda non c’è nessuno vincolo di coalizione”. E anche l’ipotesi di un De Luca candidato al consiglio diventa un’arma per cuocere a fuoco lento i rivali. L’interessato non conferma e non smentisce. “Perché vuole togliere la sorpresa ai miei concittadini?” rispondeva l’altra sera il governatore a Realpolitik su Rete4. E c’è chi scommette: se De Luca entrasse in consiglio, sarebbe una spina nel fianco dell’eventuale governatore Fico.
Ed ecco, dunque, che anche la Festa di San Gennaro diventa metafora elettorale. Fico trova posto in seconda fila, nei banchi ai piedi dell’altare. Siede al fianco dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Un teorico competitor, sul quale non mancano rumors di candidatura nel centrodestra. Ma con Sangiuliano un saluto c’è, diversamente che con De Luca. Il governatoe arriva più tardi. Con l’arcivescovo Domenico Battaglia e il sindaco Gaetano Manfredi, si reca alla Cappella del Tesoro, dove sono le ampolle del sangue di San Gennaro. Terminate le operazioni di rito, De Luca prende posto nella parte riservata alle autorità, accanto all’altare, vicino al sindaco. Niente sguardi o strette di mano con Fico, anche a fine celebrazione. Tutti e due si trattengono per alcuni minuti, tra scambi di battute e foto. Però poi lasciano il Duomo da uscite diverse. Qualche cronista avvicina Fico, gli fa notare la freddezza con De Luca. “Non ci sono problemi” ribadisce il candidato del centrosinistra. Il mantra resta questo.