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di Rosario Dello Iacovo – La sconfitta col City l’abbiamo presa abbastanza bene. Inevitabile che qui e lì facciano capolino gli allenatori nel pallone con soluzioni miracolistiche in tasca che avrebbero sovvertito la dinamica della gara. Immancabili quelli che parlano a sproposito di “inaccettabile mancanza di personalità” da parte del Napoli. Il calcio deve la sua straordinaria popolarità anche a queste discussioni oziose a cui i social hanno offerto una platea più ampia del bar dello sport.

Nel complesso però la piazza ha reagito bene. L’umore prevalente sui social mi sembra improntato a un sano realismo. È un segnale incoraggiante perché le prove di maturità si sostengono quando si perde. Stavolta, possiamo dire di averla superata.

Certo, resta il rammarico. Rimane il dubbio enorme di come sarebbe finita se capitan Di Lorenzo non avesse avuto quell’attimo di esitazione che determina poi il suo grossolano errore fuori tempo su Haaland. Col senno di poi, magari sarebbe stato meglio se non fosse intervenuto. Meglio lo svantaggio del risultato che l’inferiorità numerica per quasi tutta la partita. Ma il senno di poi ha le stimmate della scienza perfetta proprio perché viene dopo i fatti. Come fare sei al Superenalotto dopo l’estrazione. Non serve a niente.

Il punto è che a Manchester col City puoi perdere anche in parità numerica. Perdi sicuramente se giochi 75 minuti in dieci contro undici, ma il Napoli ha tenuto bene il campo. Ieri ben poche squadre avrebbero evitato un’ingloriosa imbarcata. E al City sono servite due perle per scardinare il fortino che Antonio Conte aveva eretto dopo l’espulsione, e poi rinforzato nella speranza che tenesse.

Più che coito, è stato proprio petting interrotto. Costretti a fermarci quando iniziavamo a scaldarci. Il confronto, tuttavia, regala almeno la soddisfazione di aver visto il Napoli tenere botta contro una corazzata del calcio inglese e globale, tanto a livello fisico che di intensità. Peccato che la nuova formula della Champions non preveda il ritorno. Sarebbe stato interessante giocarla a Napoli in condizioni di parità e, magari, senza un arbitro che dopo l’errore su Di Lorenzo non ci ha più fischiato un fallo a favore.

Ripartiamo da casa nostra, lunedì arriva il Pisa al Maradona. Per la Champions ci sarà tempo.