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di Gigi Caliulo

L’ultimo, sconcertante episodio di violenza registrato nella giornata di ieri è solo l’ennesimo campanello d’allarme che udiamo provenire, con preoccupazione, dal territorio di Salerno.
La sparatoria avvenuta in pieno centro storico, alla luce del giorno, mette in risalto un’emergenza sicurezza che non può passare sotto silenzio.
Cosa sta accadendo a Salerno? Dove è finita quella ingenua serenità che caratterizzava la routine di una città così “diversa” dalle altre dell’area campana?
Da mesi, ormai, il territorio cittadino e flagellato da episodi criminali che evidenziano un’escalation di violenza sempre più preoccupante.
Le rapine e i furti, i “colpi” ad orologeria, i probabili atti intimidatori verso numerosi esercizi commerciali.
Tante facce di una medaglia tutt’altro che piacevole da appuntare al petto. Salerno non è più – o almeno non è ora – quella città “europea” che tanto voleva affrancarsi agli occhi degli stranieri.
E se all’allarme sicurezza associamo l’evidente decadenza strutturale del territorio cittadino il mix diventa esplosivo. Non basta il biglietto da visita della bellezza ed unicità delle risorse naturali, la cornice del panorama, il fermento giovanile. Da Salerno, ormai, si fugge e i numeri non mentono. Il calo demografico, con l’uscita costante di migliaia di residenti che lasciano il capoluogo per trasferirsi nella cintura metropolitana, certifica uno stato di complessivo abbandono condito dai ritardi strutturali, dalle carenze che si amplificano giorno dopo giorno, dai cantieri infiniti, dalle cattedrali nel deserto e dai progetti che restano solo tali.
Una riflessione è inevitabile ed obbligata e deve partire dall’alto: da chi, ancora oggi, vende il “fumo” di una città bomboniera trasformatasi in una desolante bomba ad orologeria.
L’isola che non c’è più.