È emergenza di personale di Polizia Penitenziaria in Italia e in Campania. É emergenza in particolare nei nuclei di scorta, di accompagnamento dei detenuti a visite mediche specialistiche, ospedaliere, ambulatoriali, esecuzione dei provvedimenti della Magistratura di Sorveglianza, permessi di necessità. “La scorsa settimana tra Poggioreale e Secondigliano sono saltate 54 visite specialistiche e ricoveri per mancanza di scorta! É assurdo! É Incredibile! Il diritto alla salute è un diritto fondamentale. La politica che fa? Dice che fa concorsi ma i numeri non bastano. Fa demagogia! Sanno benissimo che tra l’anno scorso e giugno di quest’anno più di 6 mila agenti sono andati in pensione. Concretamente perché non fa scorrere le graduatorie degli ultimi concorsi? E quindi fa assunzioni?” Così Samuele Ciambriello, Garante Campano delle persone private della libertà personale.
Il Garante fa un lungo elenco concreto di dove mancano gli agenti, anche negli Istituti penitenziari: per accompagnare i detenuti a colloquio con gli avvocati, per le visite specialistiche in carcere, per accompagnare i detenuti ai campi sportivi o nei luoghi di attività socio-ricreative. Sono ridotti i turni pomeridiani e notturni degli agenti negli Istituti penitenziari e spesso uno stesso agente in una giornata fa due/tre funzioni all’interno dello stesso istituto. Quando mancano gli agenti c’è il rischio concreto di aggressioni al personale sanitario come è successo a Poggioreale. Ciambriello esprime solidarietà agli operatori socio-sanitari aggrediti! Invita la Politica a fare al più presto assunzioni di agenti di polizia penitenziaria e figure socio-educative.
In Italia mancano 20 mila agenti e quelli che ci sono lavorano in condizioni difficilissime di insicurezza, basta vedere le centinaia di casi in cui vengono aggrediti da detenuti malati di mente che sono nelle sezioni comuni ma dovrebbero stare in un’articolazione psichiatrica o nelle REMS e non ci sono, intanto aggrediscono il personale.“La comunità penitenziaria è fatta di detenuti e detenenti: se stanno bene gli uni, stanno bene anche gli altri”. Così conclude Ciambriello.