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La città di Napoli si è ritrovata oggi per ricordare Giancarlo Siani, il giovane giornalista ucciso dalla camorra, nel giorno in cui ricorrono i 40 anni dalla sua morte.
Istituzioni, studenti e cittadini hanno ricordato Siani sul luogo in cui fu ucciso, a pochi passi da casa sua, in quelle Rampe che portano il suo nome. Qui, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha deposto una corona. Con lui alla cerimonia, accanto ai familiari di Siani, il fratello Paolo e il nipote Gianmario, erano presenti il prefetto di Napoli, Michele di Bari, e l’assessore regionale alla Sicurezza, Mario Morcone.
“Giancarlo diventa un simbolo di tutti i giornalisti uccisi – ha detto il fratello Paolo – perché purtroppo raccontare notizie dà fastidio ai potenti e invece raccontarle bene serve ai cittadini. Se lo dimenticassimo sarebbe come se lo uccidessero un’altra volta e non sarebbe giusto perché era un ragazzo giovane che voleva fare il giornalista e ricordarlo vuol dire anche sperare che qualcuno di ispiri a lui, al suo modello di vita e di giornalismo”.
Numerose saranno le iniziative messe in campo da Libera in queste settimane per ricordare e raccontare Siani, non solo a Napoli. Oggi pomeriggio si terrà una cerimonia nella sede del Parlamento europeo. Un ragazzo, Giancarlo, che era un giovane giornalista precario – come ha ricordato il fratello – “come lo sono tanti oggi e sono proprio i precari che fanno il lavoro più difficile, più complicato per arrivare a prendere un posto di lavoro. Giancarlo partiva da qui, dal Vomero con la sua Mehari riconoscibilissima nelle stradine di Torre Annunziata, era un bersaglio mobile per provare a fare il giornalista”. Presenti anche gli studenti dell’Its ‘Siani’ che hanno esposto uno striscione con la scritta: ‘Viviamo la libertà della pace con un no alla guerra’.