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Fare a Bagnoli la Valutazione di impatto ambientale (Via) per le opere temporanee dell’America’s Cup, senza scorciatoie né accelerazioni. È la richiesta della associazioni ecologiste, di fronte all’ultima mossa del Commissariato Straordinario e di Invitalia. Ossia l’apertura ad agosto scorso di una Vav (Verifiche di Assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale), procedura ‘preliminare’ per stabilire la necessità o meno della Via. Per Rete sociale No Box – Diritto alla città e Legambiente, invece, sono indispensabili la Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica (Vas). Procedure da espletare da parte di una Commissione ministeriale, composta da esperti. Le ragioni le hanno esposte nelle osservazioni alla Vav, trasmesse nei giorni scorsi al Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica. Hanno esercitato un diritto riconosciuto per legge ad associazioni e cittadini. Sono motivazioni fondate sulla situazione ambientale di Bagnoli, sito inquinato da bonificare. Questioni in parte coincidenti con la protesta dei comitati, prevista domani (ore 15:30) all’esterno del consiglio comunale. Nell’aula di via Verdi, è in programma l’informativa del sindaco-commissario Gaetano Manfredi sull’America’s Cup 2027. “Se non viene rimossa la colmata – affermano gli organizzatori del sit-in -, il sogno di una grande spiaggia pubblica a Bagnoli affonderà come piombo. Non permetteremo che la baia di Coroglio diventi un approdo per mega‑yacht mentre chi dispone soltanto di un costume resta, ancora una volta, nella vasca da bagno”.

LE OSSERVAZIONI DELLA RETE NO BOX

Per la Rete No Box, la verifica di assoggettabilità alla Via “deve risolversi necessariamente verso una soluzione favorevole” sia ai sensi del testo unico Ambiente sia “per il generico ed opportuno principio di propedeuticità”, connesso a “tutti gli interventi da effettuarsi all’interno” di un Sito di interesse nazionale (Sin) “fortemente inquinato e che da tempo pone in essere rischi per la salute e per l’ambiente”. Le opere per la competizione velica a Bagnoli – destinate ai team in gara – “sono necessariamente complementari a quelle di cui invece alla valutazione Via Vas, relative al progetto di messa in sicurezza della colmata al fine di consentire il mantenimento della stessa in luogo della sua eliminazione”. Si tratta della nuova destinazione della colmata, non più da eliminare in toto ma ora da rimuovere nella sola misura del 15%. Il procedimento è stato sospeso fino al 15 ottobre, su richiesta di Invitalia. Dall’analisi di alcuni elaborati, inoltre, si rileva la presenza di “un apposito disclaimer (dichiarazione di non responsabilità, ndr)”, che sarebbe riconducibile ad una serie di imprese edili coinvolte. “A meno di otto mesi dalla consegna delle opere a terra (1 aprile 2026) – scrivono i No Box – le variabili siano talmente tante che le imprese si trincerano circa le responsabilità, chi se le accollerà?”. Secondo le osservazioni, nei documenti una “esclusione dalle responsabilità” per le aziende ricorre varie volte.

C’è poi il capitolo colmata, per cui si avanzano dubbi e presunti rischi per la salute. “Capping (tecnica di tappatura, ndr) sommitale colmata – si legge -. In ragione della presenza delle note e diffuse sorgenti di contaminazione in corrispondenza del Sito, a supporto dello Studio di Fattibilità, è stata elaborata una Valutazione del Rischio Sanitario (…) che ha permesso di individuare le criticità sanitarie a carico dei recettori umani (Team in gara, visitatori, addetti ai servizi di informazione e ai servizi di ristorazione, volontari, ecc.) presenti in Sito durante il pre evento e nel corso dell’evento“. Per la rete No Box, “le elaborazioni, eseguite in maniera cautelativa, trascurando, stante la non disponibilità di documenti di asbuilts o di collaudo e considerata la mancata garanzia circa la sua integrità e funzionalità allo stato attuale, il sistema di impermeabilizzazione già presente in Colmata, hanno mostrato che sussiste un potenziale rischio sanitario non accettabile”. Quest’ultimo sarebbe “legato, in estrema sintesi (…), all’esposizione per contato diretto di materiale di riporto (contatto dermico ed ingestione accidentale) e per inalazione di vapori outdoor/indoor (Mercurio; Idrocarburi pesanti“.

In base alla lettura degli elaborati, si ipotizza poi un possibile conflitto tra le opere temporanee per l’America’s Cup e quelle originarie di bonifica del sito. “La congruità – sostengono gli ecologisti – tra le opere di questo progetto con quelle relative al progetto di risanamento sono solo formali, tanto che gli stessi progettisti/imprese informano sottilmente sul dover conformare attraverso una variante il progetto di risanamento al progetto perla realizzazione delle basi per la coppa America”. Viene affrontato quindi il nodo bradisismo. “Alla luce di questa realtà – afferma la rete No Box – non sono stati valutati i rischi relativi alle possibili fasi di emergenza in cui si potrebbero venire a trovare migliaia di persone (se ne stimano addirittura 22000/die durante la fase delle competizioni)”. Queste si andrebbero “a sommare alla popolazione residente a Bagnoli, Pozzuoli, Napoli (Cavalleggeri Aosta Fuorigrotta). Come è tristemente noto, nelle fasi più critiche successive a detti eventi tellurici, le vie di fuga stradali sono risultati insufficienti e pericolosi”. Peraltro, “l’impianto viario esistente è già ordinariamente insufficiente, esiste addirittura un passaggio a livello della ferrovia Cumana che blocca il traffico al suo intorno ogni 10 minuti circa”.

LE OSSERVAZIONI DI LEGAMBIENTE

Come i No Box, anche Legambiente contesta “la previsione di utilizzare e fruire di un’area individuata quale “sito contaminato””, in base al testo unico Ambiente “comma 1 lettera e) articolo 240 del D.Lgs 152/2006″. L’area di Bagnoli, infatti, non potrebbe dirsi ancora “sottoposta alla “bonifica” o “messa in sicurezza permanente”, nonché “al complementare “ripristino e ripristino ambientale”. I predetti, tra l’altro, sono tutti processi disciplinati dalla legge richiamata. Il timore espresso è che “dovrà essere il progetto di bonifica propriamente detto” a “conformarsi, curvarsi, alle previsioni del progetto proposto” per l’America’s Cup. Così “sconfessando – presume l’associazione ambientalista – l’inconfutabile nesso di subalternità sussistente tra gli stessi”. In più, il piano per le gare sportive sconfinerebbe “da generici interventi infrastrutturali funzionali ad un evento velico, a interventi propriamente connessi alla bonifica di siti contaminati”. Il tutto, cioè, senza “tenere conto delle ineludibili specificità procedurali e operativo-gestionali di contesto“. In definitiva, secondo Legambiente non si potrebbe sganciare il progetto per l’America’s Cup da quello “complessivo” di ““Rimozione colmata, bonifica degli arenili emersi “nord” e “sud” e risanamento e gestione dei sedimenti marini”, allo stato sottoposto a Via-Vas integrata.

(Foto Ufficio Stampa Comune di Napoli)