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Antonio Conte

Lele Oriali.

Il miglior De Laurentiis di sempre.

Kevin De Bruyne, ancora non quello che in tanti si aspettavano, ma Kevin al suo primo scontro diretto.

Per la prima volta dai tempi di Diego siamo lì, davanti a tutti.

In classifica e nei propostici.

Davanti a tutti l’anno scorso, per un fottuto, bellissimo centimetro.

Davanti a tutti quest’anno, ai nastri di partenza.

Davanti a tutti alla quarta.

Unica squadra a non cambiare allenatore.

Confermati i migliori si sono capite da subito le intenzioni, migliorare esponenzialmente la qualità delle alternative e questo si sta facendo, senza farsi ricattare, avendo piano B per ogni ruolo, trovando gli accordi con tutti i calciatori cui ci si è avvicinati.

Da De Bruyne ad Hojlund, tutti pronti ad ascoltare il Napoli, a mettersi a disposizione dell’uomo in panca.

Napoli non si rifiuta più, non adesso.

La prova di forza nella trattativa Osimhen, o si fa come diciamo noi o niente, settantacinque, quella la cifra e basta, e così è stato.

La prova di forza devastante una volta rottosi Romelu di andare a prendersi il centravanti vero, nessun palaitovo modesto, nessuna controfigura.

Programmare per provare a confermarsi, per provare a vincere ancora.

Questo è ciò che mi rende orgoglioso.

Questo è ciò che ci rende orgogliosi.

Da Conte ad Oriali, da Valentina De Laurentiis a Bianchini.

Squadra e società.

Il Napoli non è mai stato strutturato come adesso.

Mai stato competitivo come adesso.

Mai stato invidiato come adesso.

E quest’ultimo aspetto è un’arma a doppio taglio come dimostrano gli ultimi episodi arbitrali con relativi giudizi sommari e parziali.

Vincere non sarà mai l’unica cosa che conta, mai.

Provare a vincere, avere la sensazione di una società che lavora per provare a farlo, però è fondamentale.

Ed è quello che abbiamo sempre voluto.

Ed è per questo, anche per tutto questo, che a Milano si va a testa alta, nonostante assenze pesanti in campo e sugli spalti, a Milano ci si va da Campioni d’Italia.

McBlu76