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Un sistema di mala gestione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, fatto di truffe allo Stato, false attestazioni e condizioni di vita disumane per i migranti ospitati. È quanto emerso dall’operazione condotta dai Carabinieri del NAS di Firenze, coordinati dalla Procura di Pistoia, che nella mattinata di ieri hanno eseguito cinque misure cautelari e il sequestro preventivo di beni per oltre 720mila euro nei confronti della Cooperativa Sociale Desy, con sede a Castel San Giorgio (Salerno).

Le indagini, iniziate nel 2023 dopo un’ispezione al CAS “ex Hotel Giardini” di San Marcello Piteglio (Pistoia), hanno portato alla luce carenze igienico-sanitarie gravissime: strutture sporche e malsane, assenza di acqua calda, riscaldamento e persino di cibo per giorni interi. Ai migranti non venivano forniti i servizi previsti dalla convenzione – dall’assistenza sanitaria al “pocket money” – mentre la società presentava fatture gonfiate e duplicate alle Prefetture.

Dalle intercettazioni e dalle testimonianze raccolte è emerso anche un clima di minacce e ricatti: i richiedenti asilo sarebbero stati costretti a firmare registri falsi per attestare l’erogazione di servizi mai ricevuti, pena l’espulsione dal centro o il taglio delle poche derrate alimentari.

Il sistema fraudolento non si limitava a Pistoia ma riguardava anche strutture in Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo, inclusi centri per minori stranieri non accompagnati. Secondo gli inquirenti, tra il 2022 e il 2024 la Desy avrebbe incassato oltre 1,2 milioni di euro di fondi pubblici. Gli indagati restano innocenti fino a eventuale sentenza definitiva, ma per la magistratura il quadro è chiaro: un “business dell’accoglienza” fondato su speculazioni economiche, a danno dei migranti e della collettività.