Alla vigilia della trasferta di Verona, Maurizio Buscaglia traccia la rotta per l’Avellino Basket. Reduce da una sconfitta che brucia ma che ha portato insegnamenti utili, il coach sceglie un approccio pragmatico: niente alibi, solo lavoro. “Abbiamo voglia di rifarci, sia come prestazione che come performance. Ci sono cinque, sei, sette partite in cui una squadra deve costruire identità e consistenza. È naturale attraversare momenti difficili: dobbiamo continuare a lavorare”.
Buscaglia entra nel dettaglio tecnico, evidenziando tre aspetti cruciali: maggiore pressione difensiva, più solidità a rimbalzo e migliore equilibrio nella transizione. “Abbiamo concesso troppi secondi tiri e contropiedi. Non servono rivoluzioni, ma piccoli accorgimenti che possono indirizzare gli episodi dalla nostra parte”
Sul tema dei blackout il tecnico è netto: “Non li chiamo così, sono up and down fisiologici. Abbiamo rimontato con grande energia difensiva ma perso fluidità in attacco. Serve condividere di più il pallone per avere stabilità”. Verona è una delle squadre più quadrate e complete del campionato, con fisicità, talento e organizzazione. Una sfida difficile, ma non impossibile. “Se difendiamo insieme e ci passiamo la palla possiamo competere con chiunque. La cosa positiva è che i ragazzi hanno reagito con consapevolezza, non con ansia. Questa è una squadra che si aiuta e che vuole crescere”.
Non mancano i riferimenti alla gestione del gruppo. La condizione di Mussini resta in dubbio, ma Buscaglia si dice soddisfatto di chi sta prendendo in mano la squadra: “Grande ha avuto un impatto importante, così come Costi e Cicchetti. Sono ragazzi disponibili, senza prime donne, e questo ci permette di crescere tutti insieme. Con tante partite ravvicinate, ce n’è spazio per tutti”.