Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ridotto di ben 11 anni la pena inflitta a Gennaro Morgillo, 40 anni, considerato uno dei riferimenti criminali tra la Valle Caudina e la Valle di Suessola. Accogliendo le tesi difensive dell’avvocato Vittorio Fucci, il collegio giudicante ha riconosciuto l’istituto della continuazione tra i vari reati contestati al boss, rideterminando la pena complessiva da 24 anni a 13 anni e 10 mesi di reclusione.
Morgillo, originario di San Felice a Cancello, si trova in carcere dal 2020. Le sue condanne, divenute definitive negli anni, riguardano in particolare la direzione di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti tra le province di Napoli, Caserta e Benevento, con una base operativa proprio tra la Valle di Suessola e la Valle Caudina.
Secondo la tesi sostenuta dall’avvocato Fucci, i reati contestati a Morgillo sarebbero riconducibili a un medesimo disegno criminoso, e dunque meritevoli del riconoscimento della continuazione. Di diverso avviso la Procura, che nel corso dell’udienza aveva espresso parere negativo, chiedendo il rigetto dell’istanza. Il Tribunale, tuttavia, ha accolto le argomentazioni della difesa, riconoscendo la continuazione e riducendo di circa 11 anni la pena definitiva. Alla luce della nuova determinazione, Morgillo — che ha già scontato circa 7 anni di reclusione, considerando anche la liberazione anticipata — potrebbe a breve accedere a misure alternative alla detenzione. Nei prossimi mesi, infatti, il suo legale potrebbe presentare istanza di semilibertà, aprendo così la strada a un possibile ritorno in libertà del boss di San Felice a Cancello.