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Una violenta aggressione, pianificata e consumata nella notte tra il 4 e il 5 ottobre davanti alla discoteca Xué di Montesarchio, ha portato all’arresto di quattro giovanissimi di Benevento: Nicolò P., 19 anni, Antonio I., 20 anni, Donato D.A., 19 anni e Osvaldo M. jr., 19 anni. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento ha convalidato gli arresti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Montesarchio, dopo gli interrogatori di questa mattina durante l’udienza di convalida, disponendo la custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati, accusati di tentato omicidio pluriaggravato ai danni del coetaneo Gaetano Cusano, oltre che di porto abusivo d’arma impropria.

La notte della violenza: la telefonata e la “spedizione punitiva” verso Montesarchio

Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Benevento, hanno permesso di raccogliere numerosi elementi: immagini video, testimonianze e soprattutto gli indumenti macchiati di sangue trovati durante le perquisizioni. Dall’inchiesta emergerebbe una dinamica ben più grave di una semplice rissa.

È partita da una telefonata, quella che — secondo la ricostruzione degli inquirenti — avrebbe innescato la violenta spedizione punitiva culminata con il pestaggio del 17enne Gaetano Cusano, ridotto in fin di vita davanti alla discoteca “Xuè” di Montesarchio nella notte tra il 4 e il 5 ottobre. Una telefonata fatta da dentro il locale da Antonio I., a un amico di Benevento. “Se ci sono i ragazzi di Foglianise, avvisami”, gli aveva detto quest’ultimo poche ore prima, quando il 20enne era ancora in città. Secondo il racconto reso dall’indagato e riportato nell’ordinanza di convalida firmata dal Gip di Benevento, questo amico gli aveva chiesto di controllare se, tra il pubblico del concerto di Frezza in programma allo Xuè, ci fossero i giovani di Foglianise. Secondo quanto riferito, gli avrebbe mostrato una storia su Instagram pubblicata da uno di questi ragazzi di Foglianise, nella quale era scritto: “Stasera Xué”. Quei ragazzi erano gli stessi con cui, nei mesi scorsi, la comitiva beneventana aveva avuto screzi e scontri. Prima una lite in un locale di Pietrelcina, nel giugno 2025, poi un’aggressione durante il concerto estivo a Foglianise, il 18 agosto: in quell’occasione,  un ragazzo era rimasto ferito alla testa da una bottigliata.

Quando Antonio I. riconosce nel locale alcuni dei volti di Foglianise — tra cui Antonio M. — prende il telefono e chiama: “Sono qui“. Pochi minuti più tardi, secondo le indagini dei carabinieri, un gruppo di oltre dieci ragazzi parte da Benevento in direzione della discoteca. L’obiettivo: una spedizione punitiva contro i giovani rivali “con l’intento di vendicare i fatti precedenti”. All’arrivo – scrive il giudice – si sono appostati all’uscita del locale in attesa dei bersagli predestinati. Dopo l’aggressione ad Antonio M., è stata la volta di Gaetano Cusano, raggiunto e pestato selvaggiamente.” 

L’allarme scatta alle 3.25 del mattino del 5 ottobre quando la centrale operativa dei Carabinieri di Montesarchio riceve la segnalazione di una rissa in corso davanti al locale notturno. All’arrivo sul posto, i militari trovano numerosi giovani in stato di agitazione e i sanitari del 118 impegnati a soccorrere Cusano, riverso a terra in gravissime condizioni. Le testimonianze raccolte subito dopo l’aggressione indicano un gruppo di ragazzi beneventani come protagonisti dell’assalto, tra cui proprio i quattro arrestati. Sul luogo i carabinieri trovano e sequestrato una mazza da baseball, una noccoliera e una bottiglia insanguinata.

Le telecamere di videosorveglianza comunali immortalano l’intera sequenza della rissa. Il Gip, nell’ordinanza, descrive nei dettagli le fasi dell’aggressione: Gaetano, dopo aver colpito con una bottiglia Antonio I., viene immobilizzato da Nicolò P. con il cosiddetto metodo dell’“incravattamento”, quindi colpito con pugni alla testa da Antonio I.. La vittima, nonostante fosse cinto al collo ed accerchiato dalla moltitudine di ragazzi agitati, riesce a divincolarsi dalla presa, ma nell’attraversare lo spartitraffico inciampa e cade al suolo. Il suo tentativo di rialzarsi fallisce per l’intervento di altri ragazzi che lo scaraventarono a terra, dove viene raggiunto prima da colpi alla testa con una mazza da baseball inferti da Donato D.A. e poi con due calci alla testa sferrati da Osvaldo M., “con modalità da schiacciamento”, si legge nel provvedimento. 

L’ordinanza spiega che “gli indagati sono stati sorpresi in possesso di vestiti identici a quelli immortalati dalle telecamere e intrisi di macchie ematiche, inequivocabili tracce del reato appena commesso”. Il Gip ha convalidato gli arresti, parlando di “gravi indizi di colpevolezza” e di una “violenza brutale e sproporzionata”, sottolineando come gli aggressori abbiano agito “con inopinata violenza, non arrestatasi neppure al cospetto di un corpo già martoriatoe reso inerme”. I quattro giovani sono indagati per tentato omicidio pluriaggravato, porto abusivo d’arma impropria, con le aggravanti di futili motivi, premeditazione, uso di armi improprie, aggressione in luogo pubblico e in orario notturno, e vittima minorenne. Il giudice definisce quanto accaduto un episodio gravissimo, maturato in un contesto di rivalità locali e logiche di branco.

Gaetano Cusano, dopo i primi soccorsi, è stato trasferito d’urgenza all’ospedale “San Pio” di Benevento e sottoposto a due delicati interventi neurochirurgici per “fratture craniche multiple, ematomi intracranici e trauma policontusivo con pericolo di vita”. Lotta ancora per la vita.

Le indagini intanto proseguono per accertare l’eventuale coinvolgimento di altri partecipanti alla spedizione punitiva.