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“Abbiamo ricevuto in data 08.10.2025 una diffida da parte degli avvocati dei genitori del minore e, contemporaneamente, senza possibilità di contraddittorio, abbiamo subito una campagna mediatica che ricostruisce l’accaduto in maniera del tutto inesatta, fuorviante e dannosa per la nostra immagine”. Così il ‘British Institutes’ di Napoli replica ad una nota di Angelo e Sergio Pisani, i legali che hanno raccolto la denuncia dei genitori del ragazzino

“Siamo, pertanto, tenuti a chiarire – precisano – che il minore in questione ha per tre anni frequentato il nostro asilo internazionale “English Adventures”, che prevedeva una frequenza giornaliera dalle 4 alle 8 ore dal lunedì al venerdì, con educatori la cui funzione è quella di avvicinare i più piccoli ai “suoni” della lingua inglese, tramite attività ludiche e di intrattenimento.
Per il nuovo anno scolastico, terminato il percorso all’asilo, i genitori del minore lo hanno iscritto ad una scuola elementare pubblica ed hanno, parallelamente, deciso di richiedere l’iscrizione presso il “British Institutes” gestito sempre da noi, per un percorso completamente diverso da quello dei tre anni precedenti, perché non più ludico e ricreativo, ma esclusivamente didattico, finalizzato all’istruzione e alla certificazione linguistica, denominato “Back to English”, con frequenza di un solo giorno a settimana (mercoledi) per una lezione della durata di un’ora e mezza. 
Si precisa, inoltre, che il “British Institutes” è un soggetto privato, non pubblico, né parastatale, e non è soggetto all’obbligo di dotarsi di personale per l’insegnamento di sostegno, cosa di cui il minore in questione necessitava.
Proprio in considerazione delle “difficoltà” del minore, già riscontrate durante il (diverso) percorso all’asilo, nostro malgrado ed andando contro i nostri stessi interessi economici abbiamo comunicato ai genitori del minore, in tutta sincerità e trasparenza, di non avere le competenze professionali per gestire la condizione dello stesso, all’interno di un nuovo percorso formativo, questa volta didattico.
La decisione, dunque, di non poter accogliere la richiesta di iscrizione del minore è stata da noi presa dopo un’attenta e lunga valutazione, in primis per tutelare la condizione specifica dello stesso”. 

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