Due buone notizie per l’agricoltura campana: da un lato, la proroga al 1° luglio 2026 per l’obbligo di consegnare le olive ai frantoi entro sei ore; dall’altro, il via libera alla direttiva europea “Breakfast”, che introduce nuove regole su miele, succhi e confetture, premiando trasparenza e qualità.“È una boccata d’ossigeno per le nostre imprese”, sottolinea Carmine Fusco, commissario regionale della CIA Agricoltori Italiani Campania.
“La proroga sulla consegna delle olive è una scelta di buon senso: il principio della norma resta valido, ma in Campania, dove la filiera olivicola coinvolge migliaia di aziende, spesso in aree collinari e con frantoi distanti, sarebbe stato impossibile rispettare l’obbligo senza compromettere la raccolta e la qualità stessa del prodotto. Ora abbiamo tempo per costruire insieme una soluzione equilibrata che tuteli la tracciabilità senza penalizzare chi lavora con serietà”. In Campania l’olivicoltura rappresenta una colonna portante dell’agroalimentare regionale, con oltre 70 mila ettari coltivati, più di 55 mila aziende attive, una produzione di circa 11.219 (2022) mila quintali di olio ogni anno che rappresentano il 6,3% della produzione nazionale con eccellenze produttive DOP come l’Olio del Cilento, Olio del Sannio beneventano, Colline Salernitane, Penisola Sorrentina e Irpinia, Colline dell’Ufita. Parallelamente, la direttiva “Breakfast” approvata dal Consiglio dei ministri introduce importanti novità per il settore agroalimentare. Per il miele, sarà obbligatorio indicare i Paesi d’origine delle miscele e le relative percentuali; per le confetture, cresce il contenuto minimo di frutta (dal 35% al 45%, e dal 45% al 50% per le “extra”); arrivano i succhi di frutta a tasso ridotto di zuccheri, con almeno il 30% di zuccheri in meno rispetto agli standard attuali. “Si tratta di cambiamenti epocali che vanno nella direzione giusta, più prodotti naturali più salute per i consumatori” spiega Fusco .” In Campania contiamo circa, 750 aziende con 50 mila alveari ed una produzione media di 1.300 tonnellate di miele l’anno, con varietà apprezzate come il millefiori del Cilento, il castagno dell’Irpinia e l’acacia del Sannio. Le nuove regole sulla tracciabilità aiuteranno a distinguere il miele autentico campano da quello d’importazione, spesso di qualità inferiore. Lo stesso vale per confetture e succhi, che coinvolgono il nostro comparto ortofrutticolo, trainato da produzioni di eccellenza come albicocche del Vesuvio, fichi del Cilento e agrumi della Costiera. Queste misure” , conclude Fusco ,”offrono una prospettiva di equilibrio tra tutela della qualità e sostenibilità economica. Servono politiche che uniscano rigore e realismo, dando alle imprese agricole il tempo e gli strumenti per crescere. La Campania, con le sue filiere fortemente identitarie, è pronta a raccogliere la sfida di un’agricoltura sempre più trasparente, competitiva e di valore.”