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Dopo qualche settimana dal ritrovamento del suo cane Yari, avvenuta a Torre del Greco, a oltre cento chilometri di distanza dal luogo della scomparsa, il dottore Carlo Iannace ribadisce l’importanza del microchip.
Come si ricorderà, la notizia della sua scomparsa, aveva creato una mobilitazione impressionante, centinaia di condivisioni sui social, appelli e messaggi di sostegno avevano infatti trasformato la ricerca in una vera e propria gara di solidarietà. Tutti si erano stretti intorno al medico sannita per cercare di ritrovare Yari e chiudere la brutta vicenda con un lieto fine dimostrando, ancora una volta, la rete di affetto e partecipazione di cui gode il dottore Iannace e confermando il profondo legame tra lui e la sua gente.
Il ritrovamento – afferma Iannace – dopo giorni di apprensione e di ricerche senza sosta, è stato possibile grazie al microchip che ha consentito l’identificazione del cane. Infatti, esso è fondamentale in caso di furto di un animale perché permette di dimostrare la proprietà legale, risalire al proprietario tramite la lettura del codice univoco e facilitare il suo recupero, rendendo più difficile la sua rivendita o l’intestazione a nome di qualcun altro.
Le statistiche parlano chiaro: un animale domestico su tre, nel corso della propria vita, può perdersi o allontanarsi da casa. Al solo pensiero molti proprietari rabbrividiscono, ma, con l’applicazione del microchip è possibile affrontare la situazione tempestivamente perché può aiutarti a ritrovare in fretta il tuo animale domestico, aumentando notevolmente le possibilità di riportarlo a casa in sicurezza.
In Italia – conclude Iannace – l’obbligo di microchip per gli animali da compagnia, in particolare per i cani, è stabilito dalla legge e fa parte delle normative nazionali e regionali volte a garantire il benessere degli animali e a combattere il randagismo, un fenomeno in crescita, che non accenna a regredire”.

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