Rrahmani, Buongiorno, Lobotka, Lukaku ed Hojlund.
La spina dorsale delle squadra.
Mettiamoci Politano e McTominay.
Ciò detto a Torino puoi fare meglio, meglio nella prestazione, meglio nell’approccio.
Puoi e devi aver più coraggio nelle scelte.
Manca mezza squadra ma siamo forti lo stesso, forti ed in grado di andare a Torino ed imporre pallone ed idee con personalità e cattiveria agonistica.
E se ci si scopre con le ballerine e non con le bullonate, allora è un problema.
Un problema di Antonio Conte, del Napoli, nostro.
Di Conte perché è lui che deve imporre alla squadra mentalità e ferocia.
Del Napoli perché è la seconda partita che perdiamo e la seconda volta che lasciamo il campo con la sensazione di avere perso punti per mancanza di coraggio, di scelta, rimanendo nella terra di mezzo, incapaci di scegliere la strada del gioco o quella dell’assalto, della rabbia.
Nostro perché l’ambiente è quello che è, pronto ad implodere su stesso alla prima difficoltà, e se la difficoltà non esiste ce la creiamo.
Nemmeno due mesi e già si mette in discussione tutto, allenatore, squadra, acquisti.
Ed è una faccia della medaglia, poi c’è l’altra.
Perché drammatizziamo con narrazioni tossiche e parziali una realtà non reale come fossimo l’unica squadra ad avere infortuni e problemi, a perdere punti per strada, a non trovare una quadra tattica considerando i cambiamenti.
Ne ha perse due l’Inter, due la Roma, una la Juventus pareggiandone tre, una il Milan mediocre e accompagnato alla vittoria dall’ennesima interpretazione del Var che sconfessa il regolamento che ci era stato raccontato.
Addirittura ne perde quattro di fila il Liverpool in Premier nonostante i 500 milioni di euro spesi.
Si può perdere, vi do una notizia. Si perde, si perderà, già è successo l’anno scorso e quando succedeva riascolto l’eco delle sentenze che preannunciavano che non saremmo andati da nessuna parte.
Il Napoli è forte, completo come mai, non imbattibile.
E le alternative sono buone, non straordinarie perchè vi regalo anche un’altra informazione, non siamo il City o il Liverpool, il Liverpool che comunque ne perde quattro di fila.
E quindi se ti tocca cambiarne tre o quattro si avrà un risultato, se te ne mancano sette con relativo stravolgimento tattico, tecnico con perdita annessa dei punti di riferimento, allora il campo potrebbe dirci anche altro.
Il Napoli troverà una quadra, perché Antonio Conte l’ha trovata l’anno scorso quando una quadra era praticamente impossibile trovarla, impossibile per vincere almeno, impossibile per tutti ma non per lui.
Nel frattempo vorremmo vederlo in alcuni momenti un po’ più coraggioso o bastardo, cattivo, ma non significa che ci siano campanelli dall’allarme inaspettati, drammi all’orizzonte, fallimenti preannunciati dopo due mesi.
C’è solo un percorso fisiologico, naturale, un percorso che necessita che Napoli accompagni il Napoli, perché il Napoli ha dimostrato di saper vincere, Antonio Conte vince da una vita.
Napoli deve dimostrare di vivere la vittoria con maturità, senza auto distruggersi alla prima sconfitta.
McBlu76