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“Non ve lo dico se mi candido, ma quello che è sicuro che io controllo, seguo. Ma potete immaginare che prendo 10 anni di vita e li butto al mare?”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine dell’inaugurazione dell’impianto di compostaggio a Pomigliano d’Arco (Napoli), rispondendo a chi gli chiedeva se si candiderà per il Consiglio regionale campano alle prossime elezioni. “Fare il presidente o il sindaco – ha aggiunto – non può essere un lavoro, anche comodo. Ti metti al primo posto a teatro, la fascia a tutte le cerimonie. Tutte queste p…inutili. Per fare le opere invece devi buttare il sangue dalla mattina alla notte perché siamo in una Regione nella quale non si muove nulla da solo. Si deve tirare per i capelli tutti quanti e poi devi fare la verifica e poi un’altra verifica e poi verificare che non si siano addormentati per strada. È un lavoro pesante faticoso, che è incompatibile con le cerimonie quindi gli amministratori si dividono in quelli che realizzano cose, che cambiano le realtà e quelli che parlano e fanno cerimonie”.

“Sono a disposizione a fare un dibattito sulla sanità in Campania con chiunque, candidati, membri del Governo, ministri, sottoministri, per dire quello che abbiamo ereditato e il sangue che abbiamo buttato per dieci anni”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la cerimonia della posa della prima pietra nel cantiere dell’ospedale di comunità a Pomigliano d’Arco (Napoli), sottolineando di non avere “più voglia di ascoltare bestialità sulla sanità in Campania, soprattutto dal candidato di centrodestra. La sanità che abbiamo ereditato – ha proseguito – era quella del governo regionale di centrodestra: eravamo l’ultima regione d’Italia, eravamo commissariati, la sanità che abbiamo ereditato era a 103 punti della griglia Lea, cioè nei livelli essenziali di assistenza. Non utilizzavamo i fondi sanitari da vent’anni, non avevamo un piano ospedaliero nè una rete di emergenza per ictus e cardiologica. Non avevamo un accidente di niente”.