“La società ha il diritto di fare quello che pensa che sia giusto da fare, io da allenatore per coerenza non verrò mai a lamentarmi qua perché ho una dignità e un approccio diverso da quello a cui molti sono abituati“. Lo ha detto l’allenatore dell’Inter Christian Chivu commentando in conferenza stampa dopo il match con il Napoli il battibecco tra il presidente Giuseppe Marotta e il tecnico del Napoli Antonio Conte sul rigore dell’1-0 del Napoli.
“I giocatori – ha aggiunto Chivu – devono pensare solo a giocare. Io sto cercando di cambiare le cose ma per ora lotto da solo, siamo sempre abituati a piangere e lamentarci e dobbiamo evolverci. Finché sarà qui farà questo, non mi interessa cosa pensano gli altri di me”
“Siamo venuti qua a fare la nostra partita e a tratti l’abbiamo fatta nel primo tempo. Purtroppo siamo andati all’intervallo sotto e abbiamo cercato di ribaltarla perdendo lucidità. Poi abbiamo preso il terzo gol che ha chiuso la partita“, ha detto il tecnico dell’Inter. “Abbiamo sprecato energie – ha aggiunto – lavorando per un periodo del match senza restare lucidi. Sul secondo gol ci siamo trovati impreparati su una palla buttata là da Spinazzola, poi abbiamo reagito in ritardo e il terzo gol è stato la conseguenza della lucidità persa. Ora bisogna lavorare e non buttare tutto quello di buono fatto per una sconfitta. Ci tenevamo molto a portare a casa questo match, ma l’Inter negli ultimi tempi si è sempre rialzata e sono sicuro che lo farà anche questa volta. Io difendo la mia squadra e sono orgoglioso di quello che stanno facendo e sono ancora più fiducioso. Ho visto un grande primo tempo, siamo riusciti a essere dominanti, venendo qua a fare la nostra partita. Purtroppo il calcio è quello che è e forse a noi qualcosa è mancato”.
Chivu sul battibecco tra il tecnico del Napoli Conte e l’attaccante Lautaro ha spiegato: “Non so cosa sia successo – ha detto – e non mi interessa nemmeno, ma parlerò con loro perché non possiamo buttare al vento quello che di buono abbiamo fatto per litigare con la panchina avversaria. Dobbiamo pensare a quello che siamo e dove vogliamo arrivare”.























