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In Irpinia c’è “uno sciame sismico” conferma Gaetano Sammartino, presidente della sezione Campania e Molise della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea). Sui terremoti delle ultime ore, gli esperti hanno chiaro lo scenario di base. In attesa dei dovuti approfondimenti. Il tutto “si è già innescato con la prima scossa di magnitudo 3.6 – spiega Sammartino -, ieri sera abbiamo avuto un’altra di 4.0, però diciamo l’evoluzione sono ulteriori piccoli eventi sismici di magnitudo inferiore, quindi deve ritenere che si tratta appunto di uno sciame sismico”. D’altra parte, aggiunge il geologo, “ci troviamo in un’area altamente sismica, quindi c’è da aspettarsi che succedano cose di questo genere, ogni tanto ci si ricorda quando succedono gli eventi di queste situazioni”.

Su quanto potrà avvenire a stretto giro, l’esponente della Sigea non può sbilanciarsi. “Previsioni non se ne possono fare – dichiara -, i terremoti sono eventi che non si possono prevedere, ma si può sapere dove possono accadere, questa è la differenza”. Il problema, semmai, “è fare la prevenzione in tempi di pace e non quando si sta combattendo contro di loro”. Insomma, la storia è nota. Ancorché poco praticata da chi di dovere. “Dovremmo fare – ricorda Sammartino – maggiore prevenzione, maggiore manutenzione del territorio, ma soprattutto degli edifici, stabilire quali sono gli edifici strategici che devono rimanere in piedi durante il terremoto rispetto a quanti ne abbiamo, se sono tutti in sicurezza, se il nostro patrimonio edilizio è messo in sicurezza, se è adeguato sismicamente”. E sono operazioni “che si devono fare prima per evitare che poi accadano terremoti, specialmente in aree così altamente sismiche”.

Su quanto sta accadendo ora, una prima risposta giunge dal quadro delle conoscenze storiche. “Quella irpina – dice il geologo – è un’area soprattutto di compressione in questo momento, perché sono i movimenti delle placche che si stanno scontrando e ogni tanto questa compressione produce poi un degassamento, una decompressione stessa, quindi si rompe qualcosa e il terremoto non è altro che l’immediata conseguenza di una rottura, dovuta a queste forze compressive che viaggiano in senso opposto l’uno all’altro e di conseguenza questo è quello che accade”. Bisogna attendere qualche giorno, invece, per fare chiarezza sull’attuale dinamica geosismica. Per intendersi: nessuno sa oggi “qual è la faglia che ha interessato questo movimento, che tipo di faglia, se è una faglia distensiva o compressiva” chiarisce Sammartino. “Ma si saprà nel breve giro di qua una settimana” aggiunge. Sperando siano giorni più tranquilli.

(Foto ingvterremoti.com)