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Agronomi cercasi. Il mondo agricolo ha bisogno di laureati, ma non ce ne sono abbastanza. È il messaggio che Coldiretti Caserta ha rivolto agli studenti del corso di laurea in Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, invitandoli a guardare con fiducia alle opportunità professionali offerte dal settore.

Il direttore di Coldiretti Caserta, Giuseppe Miselli, di recente, ha incontrato i laureati e i docenti del corso per illustrare le prospettive legate al sistema AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System) e alla rete degli Innovation Advisor, figure sempre più richieste per accompagnare le aziende nella transizione ecologica e digitale.

L’interesse dell’organizzazione nasce anche dall’esperienza positiva di Francesco Pio Ferraro, primo laureato triennale del corso, oggi assunto proprio da Coldiretti dopo un contratto nel progetto regionale VALFIT – Valorizzazione del Friariello tra Innovazione e Tradizione. Il suo percorso ha dimostrato la qualità della preparazione offerta e ha spinto Coldiretti a cercare nuovi giovani formati presso la “Vanvitelli”.

Il corso di laurea in Scienze Agrarie e Forestali è interateneo con l’Università di Napoli Federico II e rilascia un doppio titolo di laurea, riconosciuto da entrambe le sedi. Questa formula innovativa amplia le prospettive professionali e facilita l’inserimento sia nel mondo del lavoro sia nei percorsi magistrali presso la Federico II. Molti laureati hanno ricevuto offerte di impiego già prima della laurea, e alcuni le hanno rifiutate per proseguire gli studi magistrali in Scienze e Tecnologie Agrarie, dove si distinguono per regolarità e risultati.

Nonostante la forte domanda, il corso fatica ancora ad attrarre nuovi iscritti. “Il paradosso – commenta Petronia Carillo, professoressa di Agronomia e Coltivazioni erbacee – è che chi sceglie questo percorso trova lavoro subito, ma sono ancora troppo pochi a iscriversi. Molti studenti vengono orientati verso corsi considerati più prestigiosi dagli stessi docenti delle scuole superiori, ignorando le ampie opportunità e la trasversalità delle competenze agrarie.”

Laurearsi in Scienze Agrarie e Forestali non significa dedicarsi a un mestiere esclusivamente pratico o tradizionale, ma diventare professionisti altamente qualificati nella consulenza tecnica, nella gestione aziendale, nella valorizzazione delle filiere e nell’innovazione agroalimentare. Si tratta di un settore tra i più dinamici dell’economia italiana: la filiera agroalimentare nazionale, che comprende agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, rappresenta circa il 20% del PIL (707 miliardi di euro nel 2024) ed è stata l’unica a crescere persino durante la crisi pandemica.

L’attenzione crescente di Coldiretti, degli Ordini professionali e delle imprese del territorio conferma il valore di un percorso che integra ricerca, sostenibilità e concrete prospettive di lavoro qualificato. “Chi sceglie Agraria oggi investe in un futuro certo, fatto di competenze, innovazione e sviluppo del territorio. Servono solo più giovani pronti a crederci”, ha concluso Miselli.