Oltre duecento le firme raccolte per dire basta alle sevizie sugli animali al Rione Libertà. Sono questi i numeri che sanciscono il successo della manifestazione, organizzata sabato scorso al corso Garibaldi da liberi cittadini e attivisti animalisti.
I promotori dell’iniziativa intendono ora continuare fortemente nell’impegno contro i crimini che stanno affliggendo le strade della città, in tutti i modi e con tutti i mezzi possibile. Già dal tavolo tecnico, in programma il prossimo 16 marzo a Palazzo Mosti per discutere sulla problematica, gli attivisti saranno presenti con la sigla “RAAB – Rete Ambientalisti e Animalisti Beneventani”, presente su Facebook e aperta ai sostenitori che vorranno aderire.
LA VICENDA – Benevento è da tempo una città particolarmente inospitale per gli animali, già vittime di avvelenamenti, maltrattamenti, fuochi d’artificio illegali, auto e moto ad altissima velocità nelle strade urbane, e un susseguirsi continuo di segnalazioni di uccisioni. A partire da alcune di queste – tra cui una che riguardava due gatti ritrovati stretti al collo con buste di plastica – è iniziata un’attività di controllo e recupero di informazioni. Il risultato è stato l’avvicendarsi di testimonianze tutte concordanti sui metodi e sulla rappresentazione dei criminali, ragazzini dai 9 ai 14 anni circa, ambo sessi, provenienti principalmente da precise zone degradate del rione Libertà, a cui spesso si aggiungono individui, anche più adulti, da altre.
Ad oggi non si contano gli animali scomparsi e tanti sono i ritrovamenti di carcasse “parlanti”. In particolare una banda di ragazzini è solita andare in giro munita di trasportino o cassette per la frutta in cerca di vittime da sacrificare per i loro sadici divertimenti: chiudere gli animali in buste per giocarci a mo’ di palla, lanciarli in alto per vederli ferirsi nella caduta, colpirli con bastoni o pietre, bruciarli vivi.
I luoghi preferiti sono nei pressi di piazza Gramazio, le colonie feline del rione (in particolare vicino le scuole Bosco Lucarelli e Silvio Pellico, nei giardini della Chiesa dell’Addolorata e nella Spina Verde) ma anche altri quartieri, come il Triggio e il Centro Storico, raggiunti nelle continue scorribande (serali e nel weekend nell’anno scolastico, più vario d’estate).
Da dicembre 2022 vengono ripetutamente segnalate incursioni all’interno di edifici inagibili e abbandonati, come la scuola media Bosco Lucarelli e l’elementare Silvio Pellico, e l’introduzione di due cuccioli di cane. Nella Bosco Lucarelli vengono ritrovati – alla presenza della squadra mobile della polizia – due cassettine da frutta, crocchette per cani e chiari segni di rituali satanisti (stella a cinque punte inscritta in un cerchio, color rosso sangue, e scritte varie) oltre ad un enorme vandalismo sui beni di proprietà della scuola rimasti nella struttura. Nei bagni vengono invece ritrovate chiare tracce di uso di stupefacenti per via iniettiva. Il 2 febbraio, giorno della candelora, viene ritrovato – sempre in presenza delle forze dell’ordine – un foglio semi-bruciato con una sorta di inno a satana tra piccoli ceri usati. Successivamente vengono ritrovati i resti di due cuccioli morti, attorniati da stoffa e vicini a impronte rossastre di animali, probabilmente sanguinanti o cosparsi di qualche liquido (ad esempio il betadine, di cui si ritrovano molti flaconi vuoti). Il 13 febbraio un altro gatto viene ritrovato bruciato alla coda e al viso, in zona Spina Verde, scappato chissà come da morte certa.
Con la petizione firmata lo scorso sabato, il comitato RAAB chiede: di dar seguito alle denunce fatte la scorsa estate, nelle quali erano riportati i nomi dei presunti assassini di gatti; chiede di tutelare maggiormente i cittadini che hanno paura di testimoniare; di aumentare i controlli sul territorio, in particolare al Rione Libertà; di salvaguardare gli animali presenti sul territorio; Di avviare immediatamente attività repressive; Di attivare tutti gli strumenti di cui i servizi sociali hanno dovere e potere; Di intraprendere a vasto raggio interventi sinergici fra il più ampio numero possibile di istituzioni, di monitorare le baby gang e di intervenire per risolvere la problematica che riguarda anche altri aspetti della vita sociale, come il bullismo.