Sicurezza scuole, Campobasso ne chiude venti. Mastella: “Può accadere anche qui”

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Un problema anche di Benevento ma non solo di Benevento. Il tema della sicurezza degli edifici scolastici interroga praticamente tutti i sindaci dello Stivale. E nella vicina Campobasso la fascia tricolore ha optato ieri per una decisione drastica. Chiuse 20 scuole nel capoluogo molisano. Tutte quelle non in regola con la normativa antisismica o antincendio o con le altre regole a garanzia della staticità degli edifici.

Chiudere una scuola è una cosa molto spiacevole, impopolare, – ha dichiarato al Corriere della Sera il sindaco Antonio Battista perché a causa dei disagi che crea non incontra l’approvazione di tanta parte della popolazione — dice il Battista —, ma non si può vivere nell’angoscia che un evento qualsiasi o anche una scossa di terremoto modesta provochi una tragedia”.

Con il sisma del 2002 – e il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia –  ancora terribilmente vivo nei ricordi dei molisani, Campobasso si è rivolta all’Università del Molise per una analisi completa dello stato di salute delle sue scuole. E su 35 costruzioni, 20 sono state chiuse e per altre 7 si attende il responso di agibilità.

Ed è stata sempre l’Università, con le sue aule, a dare una mano per ospitare gli alunni (circa 400) privati della propria scuola.  Gli altri sono stati distribuiti tra gli istituti che hanno superato il test sicurezza, la Casa dello studente, un edificio privato affittato per 215 mila euro l’anno e infine in una palazzina della zona industriale e artigianale.

Il rischio che anche Benevento possa seguire la strada tracciata da Campobasso non è da escludere. Anzi. Lo stesso sindaco Clemente Mastella, intervenendo questa mattina a margine del convegno su Aldo Moro, prendendo spunto dall’incendio verificatosi ieri alla Bosco Lucarelli, ha ribadito: “Il sindaco di Campobasso ha chiuso tutte le scuole, c’è il rischio anche da noi se le cose continuano a peggiorare. Stiamo attuando i controlli su tutte le scuole, decideremo presto cosa fare”.

Una posizione non nuova, quella dell’inquilino di palazzo Mosti che rimanda alle passate amministrazioni la responsabilità dei mancati interventi: “Se avessero fatto qualcosa per le scuole avrebbero evitato che, oggi, gli istituti fossero in questo stato di salute precario. La manutenzione va fatta prima”.

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