Ucciso a 11 anni per errore, intitolata a Dodò la palestra della Sant’Angelo a Sasso

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Benevento –  Una commossa e sentita cerimonia presso l’Istituto comprensivo Sant’Angelo a Sasso di Benevento ha ricordato a tutti la tragica fine di un bimbo di 11 anni, Domenico Gabriele, detto Dodò, che, nel settembre del 2009 cadde vittima innocente, di un regolamento di conti tra ‘ndrine mentre giocava a calcetto in una contrada della sua città natale, Crotone.

Il presidio di legalità che la Associazione “Libera” ha voluto inaugurare presso la struttura scolastica, diretta da Michele Ruscello, è stato infatti intitolato proprio al ragazzino, colpito dai killer della ‘ndrangheta che, inviati ad uccidere un malvivente di 35 anni, non si fecero scrupolo di sparare nel mucchio, colpendo anche chi non c’entrava nulla con i loro loschi affari. A rendere particolarmente toccante la intitolazione è stato il fatto che erano presenti, ospiti di “Libera”, anche la mamma e il papà di Dodò, il cui strazio da allora non si è mai sminuito.

Il padre in particolare, che aveva accompagnato Domenico a giocare a calcetto e che ha assistito alla scena terribile dell’esecuzione, non riesce a cancellare dalla sua mente quegli attimi terribili. Il piccolo crotonese è uno dei tanti caduti delle guerre di mafia che si trovavano inconsapevolmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, una dinamica che ancora di più indigna la cittadinanza onesta. E proprio per sottolineare la condanna e l’impegno dello Stato alla cerimonia odierna era presente anche il Prefetto di Crotone in quella tragica sera, oggi rappresentante de Governo nella provincia di Avellino. Il calcio è lo sport preferito dai ragazzini, e piaceva anche al piccolo Domenico: il suo mito era Alessandro Del Piero – bandiera della Juventus ed esempio per tanti giovani – e cercava di imitare le prodezze dell’ex numero 10 bianconero.

La concessione di uno spazio della Scuola Primaria da adibire a presidio della legalità di “Libera”, ha spinto l’Associazione ad intitolarlo proprio alla figura di un bambino più sfortunato degli altri che, come i tanti che frequentano le Aule della Sant’Angelo a Sasso, amava giocare a pallone, oltre che essere un ragazzo studioso e disciplinato. Proprio questa simbolica intitolazione ha fatto stringere di più il cuore a tutti i presenti. Il papa’ di Gabriele, presente questa mattina ha sottolineato: “Diamo un segnale ai ragazzi per fargli capire da che parte stare affinchè un domani non ci sia più un altro Dodò”.

Il papà di Dodò ha poi ha raccontato tutto il suo dolore: “Ogni volta che entro nelle scuole e racconto la storia di Dodò è un pugno nello stomaco. Poi penso che sarebbe stato un guaio non incontrare ragazzi giovanissimi e raccontare chi era. I ragazzi si immedesimano lui”. E’ intervenuto quindi il dirigente scolastico Michele Ruscello che ha evidenziato la grande forza d’animo che i genitori hanno a raccontare la storia del proprio figlio: “Occorre mantenere forte il ricordo. Abbiamo il dovere di farlo”. Il referente di Libera Benevento, Michele Martino ha evidenziato: ” la mafia, la corruzione temono i buoni cittadini, persone che pensano. Oggi dalla memoria nasca il senso di responsabilità. Continuiamo quella partita di calcetto di Domenico. Ognuno con le proprie responsabilità, i ragazzi studiando, i politici facendo buona politica e i cittadini essendo responsabili. Fare memoria e non retorica”. 

E’ intervenuta quindi Maria Tirone, Prefetto di Avellino, che ha ricordato la straordinarietà di Dodò: “I bambini devono avere la consapevolezza che la crudeltà non si ferma nemmeno dinanzi ai bambini. Forse i bambini sanniti sono lontani da queste realtà, ma Dodò amava la studio, la vita e il calcio. Stava giocando al calcio, lui era al posto giusto eppure è stato fermato. Dodò vive per sempre nelle scuole , nei campetti di calcio grazie all’impregno di Libera e dai genitori straordinari. Loro pur avendo vissuto una drammatica esperienza, hanno trasformato il dolore in un impegno civile” .

 

 

  

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