Avellino – Venerdì 12 gennaio, alle 21, al Godot Art Bistrot, in via Mazas ad Avellino, Stefano Gilardino presenta il suo ultimo libro «La storia del Punk»(Hoepli) in dialogo con Gianfranco Marmoro, redattore di Ondarock. La grande epopea del punk, dalle origini allo scoppio del 1976 fino alle ultime evoluzioni stilistiche degli anni 2000 approda dunque ad Avellino, in un racconto e un confronto che s’annuncia tanto appassionato quanto penetrante.
«Nessun futuro» cantava Johnny Rotten mentre i Clash rispondevano a tono con «No a Elvis, no ai Beatles e ai Rolling Stones». Il 1976 è stato l’anno zero della storia del rock, quello in cui la musica è ripartita da capo, con nuove energie e influenze inedite. Il punk rock, al contrario del suo slogan più celebre – nessun futuro – ha dimostrato di averne uno molto brillante e non solo in campo musicale. Memore delle proprie radici, quelle di Stooges, Velvet Underground, New York Dolls e Mc5, il punk ha cambiato il corso della storia con Sex Pistols e Clash nel Regno Unito e Ramones negli Stati Uniti, prima di evolversi in decine di sottogeneri altrettanto rivoluzionari. Dal post-punk all’hardcore, si è arrivati negli anni ’90 a conquistare le classifiche di tutto il mondo grazie a una formula che ha unito l’aggressività e la rabbia con le melodie pop che appartengono solo alle grandi canzoni. E allora è toccato a Green Day e Offspring commercializzare una musica ribelle che pareva impossibile da vendere e che, invece, ha saputo riconquistare il suo ruolo naturale, scomodo e provocatorio.