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Nuove nubi su Alto Calore, servono altri 52 milioni di euro: “Rinviate il voto sul bilancio”

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Vigilia ad alta tensione. E’ in programma domani in corso Europa, alle ore 15, l’assemblea dei soci dell’Alto Calore Servizi. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2017. Appuntamento da dentro o fuori. Senza il via libera ai conti della società di corso Europa, si concretizzerebbe lo spettro del fallimento.

Ma quando mancano ormai ventiquattro ore all’inizio dei lavori, è il presidente della Provincia di Avellino e sindaco di Ariano Irpino Domenico Gambacorta, in qualità di presidente della Commissione di Controllo Analogo di ACS, a chiedere di fermare tutto e rinviare l’assemblea.

Le ragioni della richiesta Gambacorta le ha messe nero su bianco in una missiva inviata a tutti i sindaci dei comuni associati e al presidente Raffaello De Stefano.

E dunque: nuove nubi si addensano sul futuro della società che gestisce il servizio idrico per buona parte di Irpinia e Sannio.

Alto Calore necessita di un fabbisogno finanziario di oltre 52 milioni di euro. A certificarlo è stato il direttore amministrativo nel corso dell’informativa resa alla commissione di Controllo Analogo lo scorso 20 aprile.

E’ stato prospettato – scrive allora Gambacorta in riferimento alla riunione di Commissione – che a fronte di ciò si dovrebbe procedere con una ricapitalizzazione e un contestuale versamento da parte dei soci in quota proporzionale oppure con il ricorso al mercato dei capitali, quindi attraverso un ulteriore indebitamento che si aggiungerebbe ai 134 milioni di debito che già gravano sulla Società che rappresentiamo”.

Entrambe le opzioni, per Gambacorta, “ma credo sia opinione condivisibile”, sono da ritenere impraticabili.

La ricapitalizzazione per via dello stato delle finanze dei singoli comuni-soci che non consentono di affrontare un esborso per questo scopo. Il ricorso al mercato per la ragione che difficilmente si troverebbe un Istituto che possa deliberare un finanziamento così importante ad una Azienda che presenta uno squilibrio delle partite correnti pari a circa 700/800 mila euro mensili e, quindi, con una incapacità, attuale, conclamata di generare avanzo di gestione tale da consentire una ragionevole pianificazione del rientro del finanziamento”.

La conclusione, per Gambacorta, è logica: se entrambe le opzioni descritte sono impraticabili e quell’esigenza finanziaria è tale da non poter essere in alcun modo affrontata è chiaro a ciascun socio che la via è segnata e si va verso il fallimento della Società.

Fallimento che peserebbe anche sulle casse dei comuni considerato che sarebbero da ritenere inevitabilmente persi i circa 17 milioni di euro di crediti che i comuni vantano verso la società.

Alla luce di questo, – prosegue Gambacorta – è esercizio pleonastico, oggi, parlare di approvazione del bilancio 2017, senza che ci sia da parte dei soci una adeguata riflessione ed un approfondimento sui temi descritti”.

Approfondimento che per il presidente della provincia irpina deve passare “per il coinvolgimento di un soggetto terzo specializzato, che possa indicare, nel più breve tempo possibile, quale possa essere la migliore soluzione possibile per far si che Acs possa avere ancora un futuro e, soprattutto, che permetta di sviluppare in chiave moderna questo servizio primario fondamentale oltre che per il benessere dei nostri concittadini anche quale base per ogni possibile sviluppo economico delle nostre terre”.

Da qui la richiesta di Gambacorta: rinviare di trenta giorni l’approvazione del bilancio.

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