
Una corsa disperata per evitare il fallimento. Sono settimane cruciali quelle che attendono l’Alto Calore, società che gestisce il servizio idrico per una fetta consistente di Sannio e Irpinia.
Il piano di salvataggio deliberato lo scorso 30 luglio stenta infatti a decollare. In particolare, a novanta giorni di distanza dalla riunione dell’assemblea, non si ha traccia dell’attività dei Comuni, chiamati ad approvare in Consiglio un aumento di capitale pari a 25 milioni di euro (ed è solo la prima tranche).
Insomma, pur avendo approvato il Piano Pozzoli, i sindaci continuano a mostrare una certa diffidenza rispetto a un impegno finanziario importante. Ogni Comune, ricordiamolo, partecipa all’aumento di capitale in base alle quote possedute della società. Per dare una misura dello sforzo economico richiesto, un Comune con una percentuale di partecipazione del 6,5 per mille deve ricapitalizzare per circa 170mila euro.
Tanta roba, insomma. Soprattutto per le casse perennemente a secco delle amministrazioni.
Ecco perché l’Acs, oggi guidata oggi da Michelangelo Ciarcia, ha evidenziato ai Comuni (negli incontri territoriali delle scorse settimane) che l’aumento di capitale può avvenire oltre che in contanti anche con compensazione legale con poste di credito/debito contrapposte certe, liquide ed esigibili.
Pure questa strada, però, volendo utilizzare un eufemismo, non entusiasma. Agli amministratori, di fatto, viene chiesto di stravolgere – se non di mettere addirittura a rischio – i propri conti per finanziare una impresa – il salvataggio dell’Alto Calore – assolutamente non certa.
Si spiega così la delicata riunione convocata per domani a San Giorgio del Sannio dall’amministratore unico Ciarcia. L’appuntamento è fissato alle 16 presso l’auditorium del Cilindro Nero e la convocazione riguarda tutti i comuni sanniti compresi nella società più quelli della sponda irpina della Valle Caudina (Cervinara, Roccabascerana, Rotondi, San Martino Valle Caudina).
L’incontro – si legge nella missiva inviata da corso Europa ai sindaci – verterà su di un confronto tecnico/amministrativo volto a dare esecuzione a quanto deliberato dall’assemblea nella seduta del 30 luglio u.s, pertanto sarebbe opportuna la partecipazione dei Segretari Comunali e dei Responsabili Finanziari degli uffici”,
Un confronto tecnico che inevitabilmente si trasformerà in dibattito politico. Perché la sensazione è che a preoccupare i sindaci più che la forma – “come fare” – sia la sostanza.