L’Alto Calore si gioca il futuro, sindaci convocati alla Rocca e Ciarcia avvisa: “E’ l’ultima chiamata”

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 3 minuti

L’ultima chiamata”. L’amministratore unico dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia presenta così la riunione dei sindaci convocata per domani a Benevento.

L’appuntamento è per le 15.30 alla Rocca dei Rettori e l’elenco degli invitati comprende tutti i sindaci soci della società di Corso Europa.

Si discuterà, ovviamente, del Piano Pozzoli e in particolare dell’aumento di capitale (da 27 a 52 milioni di euro) necessario a eseguirlo.

L’ultima chiamata” – ribadisce Ciarcia, impegnato a dissipare lo scetticismo degli amministratori sanniti (ma anche in Irpinia la situazione cambia di poco). Al momento, infatti, soltanto Calvi avrebbe deliberato a favore dell’aumento di capitale. Altri Comuni, come San Giorgio del Sannio, Guardia Sanframondi, Montesarchio e Pietrelcina, sarebbero sul punto di farlo, avendo già annunciato la volontà di agire in tal senso. Quanto agli altri, permangono dubbi e incertezze. E c’è pure chi, come San Martino Sannita, si è già mosso in direzione Gesesa.

Ma non è abbandonando l’Alto Calore che si risolvono i problemi – ribadisce Ciarcia. Il nodo sono le reti che sono un colabrodo e che tali restano anche se decidi di passare con Gesesa. Tra l’altro, come noto, Alto Calore è destinatario di un finanziamento della Regione Campania, per 60 milioni di euro, utile proprio a intervenire sulle infrastrutture nei comuni. C’è stato già un primo incontro con l’Ente Idrico Campano per il distretto Avellino-Benevento e Bonavitacola ha certificato l’impegno. Una volta approvati i progetti dall’Ente Idrico, la palla passerà alla Regione che delibererà. Ci sono delle procedure e dei tempi tecnici da rispettare ma penso che nel 2019 i lavori potranno cominciare”.

Come rompere, allora, le resistenze dei sindaci, preoccupati soprattutto per l’impatto della manovra sui già fragili bilanci comunali? “Conosco le perplessità – spiega Ciarcia. Per questo alla prossima assemblea delibereremo una modifica allo statuto che concederà maggior tempo alle amministrazioni (120 giorni) per la sottoscrizione dell’aumento di capitale. In questo modo la quota comincerà a pesare dall’esercizio finanziario del 2019”.

Ma l’ assemblea, ancora da convocare ma che si dovrebbe tenere entro le prime due settimane di dicembre, dovrà esprimersi anche su un altro punto. Assolutamente significativo: l’apertura all’ingresso di soci esterni, siano essi pubblici o privati.

Nel momento in cui c’è una parte di soci che non intende sottoscrivere l’aumento, è evidente che dovremo cercare altrove queste risorse, mettendo sul mercato le quote libere”.

E sullo sfondo, con un pizzico di rammarico, Ciarcia sottolinea una assenza importante: quella della politica. Silente in parte se non in toto nel dibattito.

Prima era diverso. Oggi non voglio dire che la politica ha fatto un passo indietro ma uno di lato sì. Fatta qualche piccola eccezione, come il parlamentare del Pd Umberto Del Basso De Caro, nessuno prende parte alla discussione. Da Roma, il Movimento Cinque Stelle pure suggerisce che bisogna fare qualcosa, annunciando la volontà di coinvolgere il Ministero e la Cassa depositi e prestiti per finanziarci ma nei fatti non si muove nulla. Alternative non se ne vedono. E in campo resta un solo percorso, quello individuato dai tecnici nel Piano Pozzoli. E noi non possiamo aspettare altro tempo. Perchè mentre il medico studia, il malato muore“. L’ultima chiamata, dunque.

 

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it