Benevento – Occhi sgomenti, sguardo incredulo. Qualcuno ha pensato di essere vittima di uno scherzo, ma la notizia del pomeriggio – rilanciata da quotidiani e social – è che Fabio Lucioni non solo a Crotone non ci sarà, ma rischia una pesante squalifica a causa dell’utilizzo di una pomata. E allora in tanti, così come noi, si sono messi alla ricerca di precedenti o casi simili a quello del capitano sannita. Del resto il mondo del web, così come è strutturato al giorno d’oggi, consente a chiunque in pochi istanti di informarsi su qualsiasi cosa. Il Clostebol non fa eccezione: è l’undicesima sostanza nel ranking della Wada (world antidoping agency) che gerarchizza le sostanze proibite agli sportivi. Si tratta di uno steroide che ha un’azione simile al testosterone ma con effetti meno evidenti sul miglioramento della performance atletica. Veniva usato in maniera smisurata dalle atlete della Germania dell’Est, che fecero sì incetta di medaglie ai Giochi ma andarono poi incontro ad effetti collaterali mascolinizzanti negli anni a venire. Il Clostebol è oggi presente in diverse pomate, delle quali la più usata è la Trofodermin. Un prodotto che nel 2016, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio costò caro alla beacher azzurra Orsi Toth, costretta ad abbandonare il sogno olimpico prima per una sospensione e poi per una squalifica protratta a quattro anni. Per non parlare del caso di un giocatore di serie B, di cui parliamo a parte. Una volta letto, considerata la sua particolarità, si intuirà perché il Clostebol può essere definito senza dubbio la sostanza che “incastra” gli atleti.
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