Sarà compito delle commissioni consiliari alle Attività Produttive e all’Urbanistica studiare e redigere, possibilmente entro gennaio, un nuovo regolamento per disciplinare l’utilizzo dei dehors a servizio delle attività commerciali della Città. Nel farlo, le due commissioni dovranno interagire con i rappresentanti della realtà commerciale beneventana.
E’ con questo impegno che si è concluso l’attesissimo confronto tra gli esercenti del centro storico e l’amministrazione comunale.
Nel salone delle conferenze della Camera di Commercio, pienissimo per l’occasione, a tirare le fila del ragionamento è stato Gianluca Alviggi, presidente di Confesercenti.
Lunga la lista delle doglianze presentata dal sindacato dei commercianti. “I nostri problemi nascono con la scellerata pedonalizzazione del centro storico. Operazione sbagliata, che ha tradito la storica vocazione commerciale del principale corso cittadino e avvenuta, tra l’altro, quasi contestualmente all’insediamento di due centri commerciali. Da quel momento in poi, il corso di Benevento non è più stato lo stesso. Qualcuno in più si vede nel weekend. Ma sono passeggiate che non portano alcun guadagno ai negozi e alle botteghe”.
Una premessa utile a sottolineare che la questione dehors, esplosa nelle ultime settimane, è soltanto una tre le questioni in campo. Parcheggi, trasporto pubblico, ztl e telecamere, eventi, bagni pubblici e teatro Comunale: sono tanti gli aspetti su cui i commercianti beneventani che operano nel cuore del capoluogo si aspettano un cambio di marcia da parte dell’amministrazione.
Amministrazione rappresentata direttamente dal sindaco Clemente Mastella. L’assessore competente, Luigi Ambrosone, non c’è. Il suo arrivo, seppur con “cinque minuti di ritardo”, era stato annunciato prima dell’inizio dei lavori dallo stesso Alviggi. Poi, a confronto in corso, la telefonata: “Ha avuto un problema con la macchina, arriverà”. Ma non sarà così. A rappresentare la giunta Mastella saranno Antonio Reale e Oberdan Picucci. Presenti poi Mimmo Franzese e Luca Paglia (i due presidenti delle commissioni che dovranno redigere il nuovo documento). Di Ambrosone neanche l’ombra. Ma sarà Mastella, a conclusione della giornata, a spiegare il perchè: “La materia è diventata talmente incandescente che ho preferito io assumere la responsabilità diretta di questo confronto, evitando all’assessore di essere martirizzato anche ingiustamente, visto che molti dei temi in discussione, come la calendarizzazione degli eventi, non lo riguarda direttamente”.
Tornando al merito dell’assemblea, l’inquilino di palazzo Mosti ha messo sul tavolo l’impegno a richiedere a Provincia e Curia l’apertura nei giorni festivi della Chiesa di Santa Sofia e del Duomo, la rassicurazione che le telecamere nel centro storico non saranno utilizzate per colpire i cittadini-clienti delle attività commerciali, la volontà di accelerare l’iter per la riapertura del teatro Comunale – “si è perso un anno per responsabilità del Ministero della Cultura non certo per colpe nostre”.
Quanto ai dehors, come anticipavamo, saranno le due commissioni consiliari a proporre delle modifiche al regolamento oggi in atto. “La Città sarà divisa in tre zone e possiamo anche discutere di dove far iniziare e finire la Buffer Zone del centro storico. Ma il ruolo e i poteri della Soprintendenza non possiamo discuterli noi. La stessa, tra l’altro, non ha mai detto stop ai dehors. Ma ha posto e pone delle condizioni da rispettare. Altrimenti, scattano provvedimenti che non sono di mia competenza e su cui non posso intervenire”.
E dunque, chiaro il messaggio: dove esistono margini di manovra, il Comune proverà a intercettare le attese dei commercianti. Laddove, invece, la legge riconosce il protagonismo della Soprintendenza, gli spazi per agire sono pochi o nulli. “E io non ho intenzione di mettere a rischio il riconoscimento Unesco per qualche gazebo. Perché questo è il pericolo che ci è stato paventato”.
“Ci sono norme e leggi da rispettare – ha concluso Mastella. E io non ho alcuna intenzione di andare sotto processo. Già per la storia del depuratore, infrastruttura sempre mancata a Benevento ma che io realizzerò avendo recuperato le risorse utili a finanziarla, mi sono ritrovato destinatario di una avviso di garanzia che doveva essere inviato agli antichi romani, ai sanniti o a Talleyrand ma non certo a me”.