Accordo con Mastella? Di Dio: “Non nel mio nome”. E arrivano bordate al Pd

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Lo scrivevamo questa mattina: dovesse concretizzarsi un accordo tra il sindaco Clemente Mastella e il Pd, Italo Di Dio – eletto nel centrosinistra con la lista ‘Del Vecchio sindaco’ – non ne farebbe parte. E’ lo stesso Di Dio a chiarirlo con una nota stampa che di seguito pubblichiamo integralmente. L’esponente dell’opposizione, però, non si limita a ‘smarcarsi’ dall’eventuale intesa. Arrivano infatti parole di fuoco all’indirizzo del Partito Democratico – dal quale Di Dio è uscito, non rinnovando la tessera -: “Una intesa tra il Pd e Mastella non mi sorprenderebbe, sarebbe anzi la conclusione logica visto l’atteggiamento ondivago tenuto dal Partito Democratico in questi anni”.

In merito alle voci che continuano a rincorrersi su un ipotetico patto per la prosecuzione della consiliatura tra il sindaco Mastella e il Partito Democratico, finalizzato ad allargare l’attuale maggioranza dotandola dei numeri necessari in Consiglio comunale, sento il dovere di intervenire per chiarire in maniera definitiva ed inequivocabile la mia posizione. Tale patto, che prevederebbe, stando ai bene informati, la condivisione ed il sostegno all’attuale amministrazione di sei consiglieri comunali di opposizione riconducibili all’area democratica, a detta di alcuni, e se la matematica non mi inganna, coinvolgerebbe anche la mia persona. Onde evitare eventuali allusioni e fastidiosi riferimenti (fossero anche fatti in modo scherzoso) ma soprattutto nella ferma intenzione di allontanare anche il minimo sospetto sulla coerenza, la linearità, l’intransigenza e l’onorabilità del mio operato, colgo l’occasione per smentire categoricamente il mio personale coinvolgimento in qualsiasi genere di trattativa, sia essa vera o fasulla, conclusa o in itinere, con il sindaco Mastella o i suoi uomini di riferimento. Nessuno, e ripeto nessuno, è autorizzato a spendere il mio nome o a parlare per conto del sottoscritto in riunioni, incontri, ufficiali o informali, e a garantire il sostegno di Italo Di Dio a quel governo cittadino che ho sempre avversato e contro il
quale mi sono battuto, molto spesso da solo e senza l’appoggio di nessuno, sin dal primo giorno del mio insediamento in Consiglio comunale. Quanto alla militanza nel Partito Democratico, questa è da ritenersi interrotta dal preciso istante in cui ho scelto di non rinnovare la tessera. Sono pertanto decaduto, automaticamente, da ogni incarico o forma di rappresentanza all’interno del partito. Orbene, qualunque negoziato stiano portando avanti vertici, dirigenti o consiglieri del PD, non può assolutamente vedermi coinvolto. Come ho già doverosamente rappresentato nelle sedi di partito, ho maturato questa decisione in quanto non mi sono mai sentito adeguatamente supportato nella mia azione politica. Allo stesso tempo, non ho mai condiviso la strategia attendista e interlocutoria, a tratti consociativa, del Pd in Consiglio comunale in merito alla gestione della opposizione
consiliare. Una minoranza troppo silente, spesso assente, nonostante i tanti assist forniti con eccesso di generosità dall’amministrazione in carica, al punto da far quasi immaginare un patto di desistenza. Ho atteso invano quel cambio di passo che in tanti auspicavamo nell’esclusivo interesse della città. Avrei gradito confrontarmi con una opposizione non rinunciataria ma seria, decisa, attenta, propositiva, consapevole del proprio ruolo e di affermare la sua forza propulsiva e rinnovatrice, per dare senso di responsabilità e dignità politica alla stessa maggioranza che ci governa. Mi sono ritrovato invece ad essere sempre più isolato nel silenzio assordante del partito, a sostenere quasi da emarginato quel ruolo primario per la democrazia, unico argine al pensiero unico di Mastella. Le voci che circolando quindi non mi meravigliano affatto, perché sono la logica conseguenza dell’atteggiamento ondivago tenuto dal Pd in questo quadriennio, ancora più marcatamente nell’ultimo biennio. L’eventuale sostegno alla maggioranza non si può spiegare solo con la mancanza di quell’alternativa che il Pd in questi anni non è stato in grado di costruire, nonostante la presenza al suo interno di una classe dirigente seria, competente e
preparata, forse come pochi. Ciò che emergerebbe, qualora una cosa del genere si verificasse, sarebbe unicamente il mero opportunismo politico, che condurrebbe alla necessità di garantire una maggioranza a prescindere, dimenticando l’esigenza prioritaria di fornire ai cittadini quelle risposte che attendono da tempo”.

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