Benevento – “Il carcere non deve essere solo un luogo di afflizione per scontare la pena, ma deve anche aiutare a comprendere l’errore e a reinserirsi nella vita sociale”. Si è espresso così l’Arcivescovo Metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca nel corso della sua partecipazione al Pranzo di Natale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio nella Casa Circondariale di contrada Capodimonte.
Erano circa 100 i detenuti che hanno partecipato stamani a questo incontro a tavola con finalità di accoglienza e di invito verso un percorso di redenzione nell’ambito di una manifestazione giunta alla sua quinta edizione.
Presenti, oltre al direttore del Carcere, Gianfranco Marcello, l’assessore comunale Maria Carmela Serluca e anche l’associazione Cives con Ettore Rossi e il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello.
La comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la direzione e tutte le realtà che operano all’interno dell’istituto, ha apparecchiato la tavola natalizia per un gruppo di 100 detenuti tra i meno abbienti. Gli invitati speciali del pranzo sono stati proprio i reclusi, in particolare coloro che sono privi di risorse economiche e di riferimenti familiari.
Come ogni anno il pranzo è un momento di incontro tra la società civile e le istituzioni sannite con una realtà che è parte integrante del tessuto cittadino. L’arcivescovo di Benevento ha voluto dare un segno di vicinanza e di solidarietà a chi vive un periodo più o meno lungo in carcere, separato dalla società, tra gli “invisibili”.
Per i detenuti quello natalizio è apparentemente un periodo come un altro, ma quando alle cancellate d’ingresso si materializza il pastore della chiesa beneventana ecco che l’ennesimo giorno grigio diviene diverso dagli altri. L’arcivescovo ha portato un gesto di misericordia a chi, certamente, ha sbagliato, ma ha tutto il diritto di ricominciare daccapo. Infine il direttore del Carcere Gianfranco Marcello ha voluto sottolineare come ci sia necessario aiutare il recupero dei detenuti, che può avvenire non buttando la chiave, come si dice spesso, ma riuscendo a trovare la chiave interiore che è il cambiamento di vita.