
Sannio bastian contrario. Da queste parti gli elettori del centrosinistra – con la chiara complicità del gruppo dirigente locale – le primarie le imboccano contromano spesso e volentieri. Il voto di ieri ci consegna addirittura una doppietta. Martina ha prevalso su Zingaretti, che pure dieci minuti dopo la chiusura dei seggi già festeggiava la vittoria, mentre Umberto Del Basso De Caro si è aggiudicato la corsa per la segreteria regionale staccando di gran lunga il vincitore della competizione Leo Annunziata.
Sorpresi? Ma quando mai. E’ dai tempi dell’Unione che funziona così: chi vince a Benevento perde a Roma. O a Napoli. Certo, come ogni regola che si rispetti esiste pure qualche eccezione ma il succo resta quello.
Un sortilegio cominciato ormai quasi quindici anni fa. A inaugurarlo l’attuale sindaco di Benevento. Il 16 ottobre del 2005 Clemente Mastella sfida gli altri leader della coalizione. Una partita impossibile. Eppure l’allora capo dell’Udeur si toglie lo sfizio di battere nel Sannio – con una percentuale del 56,4% in provincia e del 62,10% in città – il premier in pectore Romano Prodi. Le primarie più partecipate nella storia (30mila al voto nel Beneventano). Neanche il tempo di cominciare le danze ed è subito polemica perché in alcuni seggi del Beneventano le schede vanno sold out. “E’ una bruttissima giornata, hanno negato a me e alla mia gente di andare a votare. A quest’ora già mancano le schede. Se non ci vogliono ce lo dicano” – tuona dall’aula consiliare di Ceppaloni il futuro Guardasigilli.
Passano quattro anni e la storia si ripete. In palio la leadership del Pd nell’era post Veltroni. I democrat sanniti non hanno dubbi e premiano Dario Franceschini. In via del Nazareno, però, prende stanza Pierluigi Bersani. E’ il 25 ottobre del 2009 e si vota anche per il segretario regionale. Le urne campane dicono Enzo Amendola. A dispetto dei beneventani, si intende. Qui vince Leonardo Impegno.
L’8 dicembre del 2013 è il giorno che cambia la storia del Pd. La grande notte di Matteo Renzi. Il rottamatore vince ovunque. Ma Benevento pure riesce a segnalare la sua presenza. Perché se la provincia riconosce la leadership del politico fiorentino, la Città capoluogo fa un passo di lato, si stacca dal gruppo e vota forte Gianni Cuperlo.
Trascorrono una manciata di settimane e si torna a votare con vista Santa Brigida. Il 17 febbraio Assunta Tartaglione diventa la prima donna segretario del Pd Campania. Il suo principale antagonista è Guglielmo Vaccaro che però è sconfitto in tutte le province. Meno che una…
La giornata di ieri, dunque, rappresenta il prosieguo di un lungo racconto. L’ultimo capitolo era stato scritto il primo marzo del 2015. Quel giorno, per la prima volta nella storia, il Pd affida alle primarie la scelta del candidato presidente della Regione. Il voto è un trampolino di lancio per Vincenzo De Luca, poi eletto a palazzo Santa Lucia. Superfluo sottolineare che fosse dipeso dal popolo democrat sannita, ‘lo sceriffo’ sarebbe ancora sindaco di Salerno. Il candidato ideale, qui, rispondeva a un profilo diverso. Quello di Andrea Cozzolino. A pensarla così era ‘appena’ il 70% del corpo elettorale.
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