Pd, il candidato c’è ma urgono rinforzi: l’ex alleato Popolare pronto a virare su Di Maria

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Antonio Di Maria da un lato, Franco Damiano dall’altro. La scacchiera è pronta e le pedine possono muoversi. Bisognerà fare attenzione, ora, a tutti gli spostamenti. Quello più importante potrebbe riguardare l’unica forza politica che negli ultimi anni ha corso sempre fianco a fianco al Partito Democratico: Alternativa Popolare.

Il matrimonio tra l’establishment ‘democrat’ e il gruppo guidato da Luigi Barone era in crisi da tempo. La vicenda dell’Ato Rifiuti, e il (decisivo) sostegno di Giovanna Tozzi alla candidatura di Pasquale Iacovella, ha determinato, nei fatti, la rottura. E nella corsa verso la Rocca, a questo punto, i due ex alleati potrebbero gareggiare uno contro l’altro.

Di dichiarazioni ufficiali neanche l’ombra. Bocce cucite. Al massimo qualche “vedremo”. Ma telefonate e riunioni – più o meno ristrette – si susseguono senza soluzione di continuità. E qualcosa pure trapela. Il malcontento per come Ricci ha gestito la Provincia, ad esempio. La delusione per come è andata a finire (male) la presidenza Tozzi, per dirne un’altra. E pure la procedura seguita per giungere all’indicazione di Damiano ha creato qualche malumore. “Il Pd ha scelto di fare tutto da solo. Non può aspettarsi il nostro sostegno” – confida a microfoni spenti uno degli amministratori che un tempo avremmo definito ‘alfaniani’.

Fai la somma e il totale viene fuori da solo. L’orientamento è per sostenere Di Maria più che Damiano. Anche perché il sindaco di Santa Croce del Sannio, approfittando del vantaggio temporale concessogli dall’avversario, in queste settimane la sua parte l’ha fatta. Lavorando di diplomazia. E così anche Clemente Mastella, oggi nuovamente leader incontrastato del centrodestra e sponsor principale di Di Maria.

Di quanti voti ponderati stiamo parlando? Previsione ardua. Nel 2017, in occasione dell’ultimo voto per il Consiglio provinciale, la lista ‘Benevento Popolare’ raggranellò all’incirca 9mila preferenze. Certo, rispetto ad allora qualcosa è cambiato. Gennaro Santamaria è uscito dal gruppo, tanto per cominciare. Ma è vero anche che altri (la stessa Tozzi all’epoca candidata con Forza Italia) sono entrati dopo nel progetto. Insomma, solo la prova dei fatti ci dirà se la rete di sindaci e amministratori costruita da Barone negli ultimi anni – con risultati spesso oltre le aspettative – è ancora solida o meno. E per la prova dei fatti dovremo attendere ancora, fino al 31 gennaio, quando si voterà per il rinnovo del Consiglio provinciale.

Sulla scheda elettorale, infatti, i 936 amministratori aventi diritto al voto troveranno anche la lista dei centristi pure se, probabilmente, non con il simbolo di partito vista l’interlocuzione in corso tra Alternativa Popolare e il gruppo politico dei fuoriusciti da Forza Italia, con in testa Fernando Errico. L’ipotesi in campo è quella di uno schieramento di ‘Moderati’.

Insomma, per Damiano la strada non si annuncia certo in discesa. E se da una parte è verosimile immaginare una convergenza sul suo nome degli amministratori che si riconoscono nei partiti a sinistra del Pd, per giocarsi la partita il sindaco di Montesarchio dovrà necessariamente riuscire a sfondare in quella fetta consistente di fasce tricolori e consiglieri comunali oggi distanti sia dal centrodestra che dal centrosinistra. 

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