Sanità, affondo su De Luca: “Al Sannio toglie posti letto e prospettive, a Salerno un nuovo ospedale da 400 milioni”

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Si alza il livello dello scontro politico sul tema sanità. A palazzo Mosti è Forza Italia a prendere la parola e a rilanciare le accuse contro il Piano ospedaliero varato dal governo regionale targato Vincenzo De Luca.

Da Clemente a Sandra Mastella, da Armando Cesaro a Stefano Caldoro, il coro di protesta non concede stonature. “Il Sannio è stato penalizzato e il futuro degli ospedali Rummo e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è a rischio” – ribadiscono gli esponenti azzurri.

A fare gli onori di casa, ovviamente, la fascia tricolore di via Annunziata. Mastella contesta forma e sostanza dell’atto di programmazione dell’azienda ospedaliera San Pio di Benevento-Sant’Agata de’ Goti (l’azienda sorta dal decreto di unione dei due nosocomi).

L’atto doveva essermi sottoposto, in qualità di sindaco, per il parere preventivo e così non è stato. Stessa cosa è accaduta per il Consiglio sanitario: altra mancanza che determina una irregolarità. E dunque mi pare evidente che l’atto sia da considerare inapplicabile”.

Quanto al merito, Mastella non ha dubbi: il Piano accentuerà il processo di ridimensionamento dell’ospedale Rummo. “Lo stato di difficoltà è evidente. I rappresentanti del M5S lo hanno appurato con un blitz pochi giorni fa ma la realtà dei fatti è ben nota da tempo. Dispiace perché negli anni il Rummo si era costruito un nome, una autorevolezza. Ma oggi non è più cosi, come testimoniano le tante professionalità che stanno andando via da Benevento, e domani sarà pure peggio”.

Quanto al versante strettamente politico, Mastella non risparmia stoccate al gruppo dirigente del Partito Democratico. “In queste settimane si sono travestiti da esegeti del nulla. Per difendere un Piano che rappresenta una brutalità per il nostro territorio, hanno indossato una armatura scadente che si è frantumata sotto i colpi degli stessi amministratori del Pd che, da coscienze libere, hanno denunciato le storture del Piano”.

Ma è Stefano Caldoro ad affondare il colpo. Il predecessore di De Luca, oggi capo dell’opposizione in Consiglio regionale, indossa gli occhiali e legge i virgolettati del Piano presentato in conferenza stampa dall’inquilino di palazzo Santa Lucia.

Non sono io ma è De Luca a scrivere che la sua amministrazione, rispetto alla mia, ha avuto 1637 posti letto in più. E dunque: Caserta avrà 604 posti in più, Napoli 966 e Salerno 300. Avellino e Benevento, invece, ne perderanno 187. Per quale motivo? Perché quest’area risultava essere sovradimensionata. Lo scrivono loro, non io. E ancora: delle due province interne della Campania, quella che perderà la maggior parte di posti letto – per una logica legata ai numeri – sarà proprio quella sannita. In relazione alle nostre previsioni, e pure avevamo vincoli più stringenti e una quantità di risorse inferiori, il Rummo perde circa 100 posti letti. E’ tutto qui, nero su bianco nella presentazione del Piano”.

Se a perdere sono Avellino e Benevento, a guadagnarci – per Caldoro – è “soprattutto Salerno”.

Il nuovo Ospedale Ruggi d’Aragone di Salerno costerà 400 milioni di euro. Premesso che non ho nulla contro i salernitani, era proprio necessario questo investimento a fronte dei sacrifici chiesti a Irpinia e Sannio?

Dubbio che presto sarà discusso in Consiglio regionale. Ad annunciarlo Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia. “De Luca ha fatto di tutto per farsi nominare commissario alla sanità. Doveva fare la rivoluzione. Fare della Campania l’eccellenza in Europa. Poi ha ricalibrato l’annuncio e ha parlato d’eccellenza in Italia. Tra un anno lo accompagnerò in giro per la regione per fargli toccare con mano il disastro prodotto. Comunque presenteremo una mozione in Consiglio: l’auspicio è che anche gli esponenti di maggioranza sanniti e irpini si schierino a favore dei territori che rappresentano”.

Ultima a parlare in conferenza, “ma prima a sollevare il problema”, la senatrice Sandra Lonardo Mastella.

Non amo lodarmi ma la discussione è partita con il mio intervento a Sant’Agata de’ Goti. Lo sottolineo perché evidentemente le preoccupazioni da me esposte in quell’occasione hanno poi trovato conferme nel tempo. Ma aspetto ancora da De Luca un chiarimento rispetto alle questioni che gli ho posto attraverso il documento ufficiale inviatogli il 6 aprile scorso, dopo la riunione. E’ già trascorso un mese…”.   

Per la Lonardo, scettica sulla realizzazione del Polo Oncologico a Sant’Agata de’ Goti, “servirebbero centinaia e centinaia di milioni di euro“,  resta fortemente in pericolo il mantenimento nel Sannio del Dea di II Livello: “Dovevamo chiedere una deroga alla logica dei numeri. Non si possono accorpare Irpinia e Sannio senza tener conto delle peculiarità dei territori, della dotazione infrastrutturali, delle distanze tra un luogo e l’altro“.

 

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