Torna lo spettro delle trivelle nel Sannio, sindaci ascoltati in Regione: “Noi contrari”

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 5 minuti

A volte ritornano. Lo spettro delle trivelle è ricomparso. La Delta Energy Ltd, società londinese già titolare di alcuni permessi di ricerca di idrocarburi nel Sud Italia, si è rifatta viva per la realizzazione di due progetti che coinvolgono una fetta importante del territorio sannita, in particolare Fortore e pre-Fortore.

Storia vecchia. La richiesta di valutazione impatto ambientale per le due proposte, “Pietra Spaccata” e “Case Capozzi”, risale agli inizi di questo decennio.

Una questione che sembrava persa nel dimenticatoio. E’ stato il Ministero dello Sviluppo Economico, nel mese di novembre, a riportarla però alla luce. Attraverso una nota, i tecnici del Mise hanno chiesto alla Regione Campania di arrivare agli “atti d’intesa”. E di farlo entro trenta giorni dalla data di ricevimento della missiva. Altrimenti, il Ministero rimetterà gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Da qui l’iniziativa della Regione che ha convocato per questa mattina, in due tranche, i sindaci dei 29 comuni interessati. Al primo appuntamento, ore 10, presso il Settore Governo del Territorio, Lavori Pubblici e Protezione Civile, si sono presentati gli amministratori compresi in “Case Capozzi”.

Presenti i sindaci Michelantonio Panarese (Buonalbergo), Zaccaria Spina (Ginestra degli Schiavoni), Giuseppe Addabbo (Molinara), Domenico Vessichelli (Paduli), Antonio Michele (Pesco Sannita), Nicola De Vizio (San Giorgio la Molara), Raffaele Fabiano (Casalbore). Rappresentati per delega anche i comuni di Foiano, Pago Veiano, Pietrelcina e San Nicola Manfredi.

Dalla riunione “esplorativa” condotta dal dirigente Alberto Romeo Gentile, l’unico dato incontrovertibile emerso è la contrarietà delle fasce tricolori a qualsiasi ipotesi di ricerca finalizzata ad appurare l’esistenza di idrocarburi nel sottosuolo. Per il resto, tanta confusione. Confusione figlia – così è stato rimarcato dai sindaci intervenuti – delle poche informazioni fornite alle amministrazioni dalla Delta Energy.

In particolare, la società inglese ha fatto sapere di aver ristretto l’interesse – rispetto alle intenzioni palesate nel passato – a un’area comprendente solo otto comuni. Resta da capire, però, se la richiesta di autorizzazione di cui si discute oggi riguarda un progetto totalmente nuovo o una variante di quello già presentato. Differenza non di poco conto, visto e considerato che il restringimento del numero dei comuni interessati non è ancora stato ‘ufficializzato’. In caso contrario, evidentemente, oggi alla Regione sarebbero stati convocati esclusivamente i sindaci degli otto comuni ancora a ‘rischio trivelle’.

Tornando al merito, la contrarietà dei sindaci, dicevamo, non è in discussione. Zaccaria Spina, ad esempio, ha ribadito il proprio “no”, come già deliberato dall’amministrazione di Ginestra, perché l’iniziativa stride sia con le vocazioni del territorio che con le aspettative della cittadinanza. Posizione condivisa dai sindaci di San Giorgio la Molara e Molinara. Discorso analogo per i colleghi di Paduli e Buonalbergo che in quanto nuovi eletti si sono riservati di verificare l’esistenza di atti ufficiali delle precedenti esperienze amministrative. Contrari, tra gli intervenuti, anche Pesco e Pietrelcina che pure hanno ribadito la vocazione turistica dei rispettivi territori.

Di seguito, la nota a commento della riunione inviata dai sindaci presenti.

A margine della riunione di oggi, presso il Centro Direzionale, convocata dalla Regione Campania su input del Ministero dello Sviluppo Economico, inerente il progetto di ricerca di idrocarburi presentato dalla Delta Energy, alcuni dei Sindaci presenti dei Comuni di Buonalbergo, Casalbore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Paduli, Pesco Sannita, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti, nel commentare l’esito hanno inteso riaffermare la propria contrarietà all’iniziativa proposta.

In particolare, i sindaci Zaccaria Spina, Domenico Vessichelli, Michelantonio Panarese, Nicola De Vizio, Giuseppe Addabbo, Antonio Michele, Giovanni Rossi e Raffaele Fabiano dichiarano: “Abbiamo preso atto che per la prima volta siamo stati convocati formalmente dalla Regione a partecipare ad una riunione sulla problematica seppure di natura meramente esplorativa, conoscitiva e ricognitiva, e semplicemente per ascoltare il parere degli amministratori locali”. “In questa sede – proseguono gli otto Primi cittadini – abbiamo ritenuto di dover confermare la nostra contrarietà all’iniziativa proposta, riaffermandola ancora oggi in quanto si ritiene che non sia questa la vocazione del nostro territorio, né le aspettative della cittadinanza che rappresentiamo. Gran parte del territorio fortorino, al contrario, si distingue per attività di promozione, valorizzazione e incentivazione delle fonti di energia rinnovabili. Quindi, questo diverso tipo di attività proposta è totalmente in contrasto con tutti i piani ed i programmi degli enti, delle associazioni, dei portatori di interessi, e più in generale della popolazione amministrata. La nostra attività resta tesa, esclusivamente, alla difesa e salvaguardia del territorio e delle sue vocazioni naturali, che tenga conto delle particolarità e peculiarità dei nostri comuni, tra cui anche la vocazione turistica e religiosa considerato il coinvolgimento dei luoghi dove è nato San Pio”.

Nel corso della riunione, forti dubbi sono stati espressi dai sindaci Spina, Vessichelli, Panarese, De Vizio, Addabbo, Michele, Rossi e Fabiano anche circa “il restringimento dell’interesse” da parte della Società su alcuni Comuni: “Resta – affermano i Primi cittadini – un enunciato generico, in quanto non ci risultano proposte progettuali nuove o varianti di quella esistente”.

“Allo stato noi Sindaci – dichiarano – ci siamo riservati di verificare ed approfondire ogni ulteriore documentazione che si renda disponibile al fine di arricchire le nostre osservazioni sull’argomento”.

Alla riunione in Regione, il Comune di San Marco dei Cavoti ha espresso ulteriore preoccupazione relativamente al fatto che nel suo territorio già esiste da svariati anni un pozzo sul quale ancora oggi ci si confronta per la definizione completa della bonifica.

 

 

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it