Home Caserta Attualità Caserta Coronavirus, comitato Don Diana contro bando svuotacarceri: “Favorirà criminalità”

Coronavirus, comitato Don Diana contro bando svuotacarceri: “Favorirà criminalità”

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Caserta – Il Comitato Don Peppe Diana critica apertamente il bando del Ministero della Giustizia che prevede, in questa fase da emergenza da Coronavirus, la misura dei domiciliari per detenuti apolidi in strutture del Terzo settore, quasi tutti immigrati per i quali il ministero prevede una diaria giornaliera di 20 euro. “Non è una soluzione – dice Valerio Taglione, coordinatore del Comitatoil bando va sostanzialmente rivisto, in quanto nessuna cooperativa sociale, associazione o altro ente del terzo Settore,  può espletare un servizio di accoglienza così impegnativo nelle modalità richieste con 20 euro al giorno, assolutamente insufficienti. In questo bando, così come pubblicato, ravviso un grave pericolo di infiltrazione criminale di cui saremo poi chiamati a renderne conto in seguito, così come già accaduto in altri settori”.
 
La misura è stata prevista per allentare il sovraffollamento delle carceri, che è una necessità per contenere il contagio. “Il fallimento è annunciato – dice Taglioneil nostro è un appello che rivolgiamo fin da subito al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, ravvisando l’urgente necessità di intervenire per evitare una nuova emergenza sanitaria e sociale. Offrire al detenuto che non dispone di un domicilio effettivo e idoneo, la corretta ospitalità in un momento particolarmente serio come quello che stiamo vivendo – spiega Taglione – vuol dire prima di tutto prevedere un periodo di quarantena ed assicurare alla persona in misura detentiva alternativa un supporto sanitario e psicologico”.
 
“Visto poi che la maggior parte dei detenuti senza domicilio sono immigrati – aggiunge – è chiaro che l’ospitalità dovrà prevedere anche un programma di mediazione culturale con una capacità di comprensione reciproca che parte dalla lingua. A tutto questo si aggiunge quanto richiesto dal bando, prevedendo l’accompagnamento educativo e sociale alla vita autonoma durante la residenzialità. Si tratta di offrire un servizio che prevede costi per le imprese sociali che non sono secondari e certo non annullati. C’è il fondato rischio che l’ospitalità sarebbe falsamente offerta da cooperative ed associazioni di indubbia etica al servizio dell’illegalità e che ai detenuti non verrebbe offerto l’adeguato trattamento alternativo al carcere” conclude Taglione
 
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