
Dopo 25 anni passati a lavorare nelle campagne di Foggia e di Castelvolturno, voleva tornare nel suo Paese, il Ghana, e ricongiungersi ai tre figli, ma ha perso il permesso di soggiorno per motivi umanitari per effetto del Decreto Sicurezza; così ha speso le ultime energie per opporsi ad una legge da lui ritenuta “ingiusta”, ma è morto prima di conoscere l’esito del suo ricorso. E’ la storia di Nash, ghanese di 67 anni da tre nel progetto di accoglienza Sprar di Caserta, morto all’ospedale del capoluogo dove era ricoverato da alcune settimane per gravi patologie ai polmoni e al cuore. Nash non aveva il Coronavirus, ma è morto comunque da solo, come previsto dai protocolli di sicurezza ospedalieri. A dare notizia della sua morte gli operatori del Centro sociale Ex Canapificio di Caserta, che gestiscono il progetto Sprar con oltre 200 migranti; conoscevano da anni Nash, e lo hanno assistito durante la sua lotta giudiziaria iniziata qualche mese fa. “Le leggi sull’immigrazione in questo paese non ti danno il tempo di garantire diritti e umanità. Stravolgono vite come fossero pacchi. Cosi, la vita di Nash è stata stravolta” commentano gli operatori del Centro Sociale. Nash era divenuto irregolare sul territorio dello Stato nel dicembre 2019, dopo 25 anni passati in Italia a lavorare duramente nei campi. I problemi di Nash erano iniziati già nel 2018, quando ad ottobre, il Governo gialloverde varò il primo dei Decreti Sicurezza che dispose l’abolizione del permesso per motivi umanitari, di cui Nash usufruiva da anni; per un anno è vissuto nel timore di perdere tutto, cosa che è avvenuta nel dicembre 2019, quando il Viminale ha emanato circolari che hanno applicato gli effetti del Decreto in maniera retroattiva. Anche Nash, che aveva ottenuto il suo documento ben prima dell’entrata in vigore del Decreto, ha così perso il diritto a stare regolarmente in Italia, rischiando di finire per strada, e soprattutto perdendo la possibilità di tornare in Ghana come si progettava da tempo. Al danno si è aggiunta poi la beffa di aver perso il diritto a riscuotere la propria pensione di invalidità, non avendo più un permesso di soggiorno valido e non potendo dunque attivare un conto corrente dove riceverla.
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