Chiaia, chiusa scuola De Amicis. La dirigente: “Gravissimo ma inevitabile”

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – Cancelli sbarrati, cortili sgombri. E’ cominciata questa mattina l’agonia scolastica degli alunni del complesso del 3° circolo didattico “Ravaschieri – De Amicis”, nel quartiere Chiaia a Napoli. Un fiore all’occhiello in città per organizzazione e offerta formativa che, però, a partire da oggi e per tutta la settimana ha dovuto lasciare a casa i suoi ospiti più piccoli, i bambini destinati alla scuola dell’infanzia, che non potranno frequentare le lezioni a causa dei lavori di ristrutturazione dell’edificio. Questa è la terza settimana di messa in sicurezza del solaio di copertura di uno dei due complessi, il Ravaschieri, devastato dalle infiltrazioni dopo il nubifragio del 2 ottobre scorso; nelle prime due, gli studenti delle elementari sono stati costretti al doppio turno, alternandosi nelle aule ancora agibili tra mattina e pomeriggio.

Adesso, invece, lo stop totale fino a venerdì. “Si è resa necessaria questa misura perché c’è stato il distacco dell’intonaco in corrispondenza del ballatoio della scala di emergenza, cosa che di fatto, rende inagibile tutto il piano in caso di effettiva evacuazione dell’istituto. In un primo momento si era pensato di chiudere solo l’aula e il bagno interessati ma poi, durante il sopralluogo, ci siamo resi conto che questa situazione riguardava anche il resto e quindi i Vigili del Fuoco hanno preferito limitare l’accesso di tutto il piano e intervenire immediatamente” – spiega la dirigente, Adelia Pelosi -. “I lavori sono cominciati in tempi brevissimi e ciò dimostra la sinergia che si è creata tra tutte le forze in campo”. Di fatto, i fondi destinati da Ministero e Regioni alla scuola sono sempre più scarsi, così come carente è il personale di supporto: “Anche la Municipalità e il Comune vivono situazioni di personale storico competente che va in pensione senza un reale ricambio, anche per motivi di tagli al pubblico: questo crea un danno” – aggiunge Pelosi –.“Nei limiti delle nostre possibilità, cerchiamo di lavorare con le istituzioni in maniera costruttiva. Rispetto all’urgenza dell’intervento, lo hanno compreso bene anche loro: chiudere la scuola significa chiudere un servizio fondamentale. Chiudere la scuola è come chiudere un ospedale, è gravissimo”.

Ovvio il malumore tra genitori e alunni, ma la dirigente rivendica la sua scelta, l’unica “inevitabile”: “Ci sono sempre molte voci che girano, anche rispetto al doppio turno solo in un complesso e non in entrambi ma la scuola, tutte le scuole, sono organizzazioni complesse che hanno tanti parametri che non devono necessariamente essere noti a tutti ma sono ben noti a chi la vive”. Davanti allo stallo di queste ore, le istituzioni tacciono. Intanto, la scorsa settimana il sindaco Luigi De Magistris ha illustrato la strategia del Piano Metropolitano per la scuola: su carta, oltre 60 milioni saranno destinati ai comuni che hanno presentato progetti inerenti la manutenzione su territori di loro competenza.

A cura di Ornella D’Anna

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it