
Napoli – Le immagini delle acque cristalline del mare e dei fiumi della Campania durante il lockdown sono oramai un pallido ricordo. Il fiume Sarno è stato trasformato nuovamente in una fogna a cielo aperto, ricettacolo di reflui domestici ed industriali che stanno “contribuendo al grave inquinamento sia del fiume che dell’area marina prospiciente la foce”.
E’ quanto emerge a seguito dei controlli dei carabinieri del comando gruppo tutela ambientale di Napoli negli uffici dei Comuni di Boscoreale, Torre del Greco, Torre Annunziata, nel Napoletano, Corbara, Nocera Inferiore e Mercato San Severino, nel Salernitano.
Gli accertamenti delegati dalle Procure di Torre Annunziata e Nocera Inferiore, rientranti nelle attività investigative che hanno avuto inizio nelle scorse settimane, mirano a verificare le cause ed il grado di inquinamento del fiume Sarno.
“L’ulteriore sviluppo delle indagini – spiegano in una nota congiunta i procuratori della Repubblica di Torre Annunziata e Nocera Inferiore, Nunzio Fragliasso e Antonio Centore – ha consentito di accertare che numerosi comuni rientranti nel bacino idrografico del fiume Sarno risultano allo stato privi di collettamento agli impianti di depurazione esistenti o addirittura privi di una propria rete fognaria”.
“L’attività odierna – spiegano Fragliasso e Centore – è diretta a verificare la completa realizzazione delle reti fognarie; accertare le cause del mancato collettamento delle reti fognarie esistenti ai depuratori comprensoriali; verificare l’eventuale stanziamento di fondi pubblici per la realizzazione di tali opere e le modalità di utilizzo degli stessi”.