
Napoli – I test rapidi per individuare i contagi da coronavirus non sono attendibili. I tamponi rapidi, quelli considerati dalle Regioni una delle armi per affrontare il coronavirus, potrebbero infatti non essere affidabili come si credeva. A spiegarlo è una relazione dopo un accurato studio, firmata dai responsabili del laboratorio della Task force coronavirus, Ettore Capoluongo, Giuseppe Castaldo e Massimo Zollo. “Si ritiene che i test rapidi basati sulla ricerca antigenica di Covid per ora non offrano sufficienti garanzie in termini di percentuale di casi positivi identificati”, si legge nella relazione.
“E’ verosimile che, se il test antigenico o il prelievo salivare venissero applicati a soggetti asintomatici o con sintomi meno severi rispetto a quelli ricoverati (presumibilmente con carica virale più bassa), la sensibilità diagnostica potrebbe essere ancora più bassa”.
Di conseguenza, si osserva nella relazione, “il loro impiego clinico, pertanto, sarebbe assolutamente da evitare, soprattutto se il prelievo oro-naso-faringeo venisse effettuato da personale medico non adeguatamente addestrato, se i test venissero eseguiti al di fuori del contesto di un laboratorio, da parte di professionalità non esperte nella interpretazione del dato e dei possibili errori metodologici, e senza un adeguato programma di controllo di qualità che il laboratorio comunemente esegue”.
La ricerca è stata condotta su pazienti con Covid in diverse fasi della malattia, positivi al tampone molecolare naso-oro-faringeo, ricoverati presso i reparti dedicati dell’Aou Federico II. Per ognuno di essi sono stati raccolti campione con un tampone naso-oro-faringeo e cellule della muscosa della bocca e saliva. I campioni sono stati quindi analizzati con la tecnica classica Rt-Pcr, che amplifica il materiale genetico del virus e con il test rapido antigenico.
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