
Sarà riesumato il corpo di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli morta suicida il 13 settembre 2016 perchè i video privati che la ritraevano erano finiti su internet a sua insaputa. La Procura di Napoli Nord – sostituto Giovanni Corona – ha deciso di imprimere una decisa accelerata all’indagine per omicidio volontario aperta nei mesi scorsi sulla base delle indagini difensive realizzate dall’Emme-Team, il pool di avvocati e consulenti con sede a Chicago cui Teresa Giglio, madre della 31enne, si è affidata da oltre un anno per scoprire “la verita sulla morte di Tiziana”; la Giglio non ha mai creduto ai risultati delle indagini realizzate dopo la morte di Tiziana sia dalla Procura di Napoli che da quella di Napoli Nord, che sono sempre partite dal presupposto che la ragazza si fosse suicidata usando una pashmina; la più importante delle indagini, quella per istigazione al suicidio effettuata dalla Procura di Napoli Nord, si concluse con un nulla di fatto (fu archiviata dal Gip di Napoli Nord il 13 dicembre 2017). Con l’avvento degli esperti di Emme-Team, di cui fa parte anche Salvatore Pettirossi, legale della Giglio, le indagini hanno preso una conosciuto una svolta profonda: già nell’estate 2020, la Procura di Napoli Nord aprì un fascicolo per frode processuale, ipotizzando, così come sollecitato dalle indagini difensive, la presunta manomissione dell’Ipad e dell’Iphone di Tiziana, avvenuta mentre gli apparecchi erano custoditi dalla polizia giudiziaria (i carabinieri); almeno 19 le anomalie segnalate dall’Emme-Team, che avrebbero ridotto l’iphone e l’Ipad ad una tabula rasa. Altra svolta nel gennaio scorso, quando la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario, basandosi sempre sulle prove raccolte dai consulenti dell’Emme-Team, che negli ultimi mesi del 2020 hanno fatto dissequestrare dalla Procura la pashmina di Tiziana, facendola analizzare a professionisti e laboratori d’analisi; sono stati così scoperti e isolati sul foulard di Tiziana due Dna maschili. Altro elemento rilevante riguarda l’iphone di Tiziana, che fu trovato a poca distanza dal corpo esanime della ragazza; i consulenti della Giglio hanno infatti scoperto che l’apparecchio è stato acceso, sbloccato e utilizzato per navigare sul web, per oltre un’ora, dopo il sequestro seguito al ritrovamento del cadavere. Gli investigatori avevano sempre sostenuto che, invece, non fu possibile scandagliare i contenuti del cellulare in quanto inaccessibile a causa del pin. Non solo. Anche il consulente nominato dalla Procura, tre giorni dopo, disse di non essere stato in grado di accedere ai dati del cellulare, sempre a causa dalla password. E invece, anche in quell’occasione, il dispositivo – è emerso – venne accesso, sbloccato e utilizzato per navigare, per circa 45 minuti. Un ultimo elemento che, come i precedenti, è stato consegnato alla Procura di Napoli Nord, riguarda l’ex fidanzato di Tiziana: il suo cellulare, quando i carabinieri erano nell’abitazione di Mugnano dove era stata trovato il cadavere della 31enne, si è agganciato a una cella telefonica di quella zona, tracciando i suoi spostamenti. Ora arriva la riesumazione della salma, che porterà ad effettuare analisi mai fatte, visto che sul cadavere di Tiziana non fu fatta autopsia ma solo un esame esterno.
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