“Troisi poeta Massimo”: a Castel dell’Ovo il viaggio tra la carriera e il privato dell’attore napoletano

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Napoli – L’Istituto Luce – Cinecittà intende omaggiare la città di Napoli con un grande progetto dedicato a quello che dal pubblico è stato un personaggio – di cinema e spettacolo – tra i più amati degli ultimi quarant’anni: Massimo Troisi. Lo fa con la mostra fotografica e multimediale “Troisi poeta Massimo”, promossa con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito e Rai Teche. L’esposizione, a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi e la supervisione di Stefano Veneruso, giunge “a casa” dopo l’anteprima nazionale a Roma e la tappa di Milano. E lo fa con contenuti nuovi e inediti, avvalendosi di nuove collaborazioni e materiale privato.

Il progetto è nato a 25 anni dalla scomparsa dell’attore, un anniversario che registra la mancanza all’arte e al pubblico di un uomo popolare nel senso più vero e nobile. E registra quanto Troisi in questo tempo si sia affermato in modo sorprendente come Mito. Oggi appare impossibile non descriverlo come uno dei più grandi attori di sempre del cinema italiano; come un grande narratore di storie; un grande regista indipendente e di enorme successo. Un comico che suscita il riso anche nei ragazzi di oggi, visto, rivisto, imitato. Un autore i cui sketch in tv, i film, le interviste, sono visti in continuazione. Un personaggio che strappa sorriso e commozione immediati, come succede ai veri grandi, che si chiamino Totò, Eduardo, Mastroianni, Scola.

La grandezza di Troisi non poggia solo su un talento comico straripante e naturale. C’è dietro un più di pensiero, di consapevolezza, di sensibilità, di poesia. Questo ‘di più’ è il tema di fondo che sin dal titolo s’intende raccontare “Troisi poeta Massimo”, è un percorso tra fotografie private, immagini d’archivio, locandine, audiovisivi, installazioni audio-video e carteggi personali inediti che condurranno il pubblico nell’animo umano del genio campano. Un Pulcinella senza maschera, come è stato definito, naturale erede di Eduardo e capace di attualizzare la tradizione partenopea, sfuggendone dai cliché. Oltre 100 fotografie – provenienti dall’archivio di famiglia, di amici e colleghi, dall’Archivio Storico Luce, le Teche Rai, l’Archivio Enrico Appetito (con le foto dai set di Mario Tursi) e altri fondi foto-cinematografici. Una carrellata di ricordi che, attraverso musica e immagini, mette in risalto la poetica, le tematiche, le passioni e i successi di uno dei più grandi attori italiani.

Un “mito mite”, un antieroe moderno e rivoluzionario, che più di altri ha saputo descrivere, con sincerità, leggerezza e ironia, i dubbi e le preoccupazioni delle nuove generazioni. Filo conduttore della mostra, il lato più sensibile e intellettuale: Massimo è stato un poeta senza definirsi tale, ha scritto poesie già in tenera età per ritagliarsi spazi d’intimità negati da una famiglia numerosissima e ha chiuso il cerchio con “Il Postino”, film in cui la poesia non è solo testo, ma anche e soprattutto un modo di vivere, di vivere poeticamente.

La mostra sarà suddivisa negli ambienti interni di Castel del’Ovo e racconterà il percorso umano e artistico di Troisi in sequenza cronologia, insistendo poi con focus dedicati alle tematiche principali. Si partirà dall’infanzia a San Giorgio a Cremano, con una serie di fotografie di famiglia (molte delle quali assolutamente inedite), le prime letterine scritte, il primissimo documento di riconoscimento. E poi il calcio, prima vera passione (limitata soltanto dalla precoce malattia cardiaca), con vecchie istantanee che lo ritraggono con la maglia della squadra del quartiere assieme ai compagni. Sono questi gli anni che avvicinano Massimo alla poesia. Senza velleità, ma solo per recuperare uno spazio intimo all’interno di una casa abitata da sedici persone (la sua prima compagnia stabile). Carteggi esposti per la prima volta al pubblico, dotati di una carica emotiva fuori dal comune, che denotano quella sensibilità che lo accompagnerà per tutta la vita.

Molti anni dopo l’amico di una vita e collega Enzo Decaro, con la collaborazione di grandi artisti del calibro di James Senese ed Ezio Bosso, partendo proprio da quei testi ha realizzato dodici canzoni. In una sala della mostra appositamente dedicata, sarà possibile ascoltarne i suoni e le parole e leggerne i testi completi con proiezioni sulle pareti L’adolescenza di Troisi si legata indissolubilmente al teatro, primo grande amore assieme al calcio ed esperienza basilare per la propria formazione umana prima che artistica. In mostra ci saranno le foto delle sue prime recite, nel garage di via San Giorgio Vecchio 31 per l’occasione adibito a palcoscenico. All’inizio degli anni ’70 inizia il sodalizio con gli amici di San Giorgio, tra i quali Enzo Decaro e Lello Arena, che dal teatro amatoriale della compagnia “RH negativo”, diventeranno “I Saraceni” prima e “La Smorfia” poi. Documenti, fotografie, locandine, articoli di giornale, racconteranno il rapido percorso dalla periferia partenopea ai grandi teatri di Napoli e Roma. Ma il grande successo il trio lo raggiunse con la tv, grazie alla partecipazione al programma Rai “Non Stop” di Enzo Trapani, trasmissione che lanciò nomi come Carlo Verdone e gruppi come I gatti di Vicolo dei Miracoli o i Giancattivi. Quello fu anche il luogo dell’incontro con Anna Pavignano, compagna e sceneggiatrice dei suoi film.

Le fotografie esposte, appartenenti all’archivio di famiglia, della Rai e del collega Enzo Decaro, permetteranno al pubblico di ricordare momenti comici e spunti di riflessione entrati nela storia della televisioni italiana. A corollario, audiovisivi (Rai Teche) con gli sketch più inediti andati in onda fino al 1980. Ma la tv non fu solo “cabaret”. Oltre ai programmi comici, infatti, celeberrime sono state le comparsate al fianco di amici e colleghi come Renzo Arbore, Gianni Minà, Roberto Benigni, Pippo Baudo. E nell’82, per suggellare lo spendido rapporto col pubblico e il piccolo schermo, è autore e regista di “Morto Troisi, viva Troisi!”, lo special per la Rai che consacra e dissacra la figura di Massimo come personaggio popolare e irresistibile. In mostra fotografie, ma soprattutto spezzoni video di assoluta comicità (Rai Teche). E poi il cinema. La sezione più corposa della mostra che percorre il breve ma intenso excursus di Troisi dal triplice esordio (regista, sceneggiatore, attore) con “Ricomincio da tre” al capolavoro finale de “Il Postino”.

Foto Rasero / Guberti
Archivio GRM FOto

 

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