Home Napoli Cronaca Napoli Ucciso perché imponeva il pizzo senza autorizzazione: cinque arresti

Ucciso perché imponeva il pizzo senza autorizzazione: cinque arresti

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Napoli – Chiedeva il pizzo nel territorio che invece era assoggettato a un altro clan. Così il Tribunale della camorra emise la sentenza e decise di uccidere il 10 aprile del 2014 Francesco Balestrieri. Ecco il restroscena del delitto ricostruito dalla Dda di Napoli che ha portato in carcere cinque persone. 

In carcere sono finiti Salvatore Marfella, Giuseppe Foglia, Emanuele Bracale, Antonio Campagna e Lorenzo Cirillo. Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una mirata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha permesso di individuare, anche attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pasquale Pesce e Raffaele Dello Iacolo, coinvolti nell’omicidio, i ruoli ricoperti dai destinatari dell’ordinanza cautelare.

Le indagini hanno consentito di accertare che Pasquale Pesce e Salvatore Marfella quali reggenti del clan Marfella, operante nel quartiere urbano di Pianura, decretavano l’omicidio di Balestrieri oiché gli era addebitato di commettere estorsioni in autonomia nel territorio controllato dall’organizzazione camorristica fondata dal capostipite Giuseppe Marfella, in modo da conclamare la supremazia di tale sodalizio camorristico, con l’ennesima dimostrazione di  forza militare e di ferocia.

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