
Caserta – Si era cimentato di recente nella scrittura della sua autobiografia il boss della camorra casertana Augusto La Torre, indagato per estorsione aggravata in un’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato in carcere il fratello Antonio e il figlio Tiberio. L’opera, intitolata “Il camorsista”, parola che mette insieme i due termini “camorrista” e “mafioso”, era in procinto di essere pubblicata; nelle sue pagine il boss parla e valorizza la sua decisione di collaborare con la giustizia e cambiare vita. Un fulmine a ciel sereno, dunque, l’inchiesta di oggi. “Sono sconcertato – dice il legale di La Torre, Filippo Barbagiovanni – non ne sapevamo nulla, né il mio assistito ha ricevuto alcun avviso di garanzia in questi tre anni di indagine. Inoltre non è indagato per i fatti per cui sono finiti in carcere il fratello e il figlio, ma per altre cose. Si tratta della solita strategia dell’accusa”.
La famiglia La Torre fu anche al centro di una polemica politica nell’aprile di un anno fa, poco prima delle elezioni comunali di Mondragone, in quanto proprio Tiberio, figlio di Augusto, espresse apprezzamento in un post su facebook alla visita di Luigi Di Maio, attuale leader politico dei Cinque Stelle; il giovane scrisse “aria nuova, la speranza per i giovani si inizia ad intravedere, forza ragazzi”. Il caso fu sollevato dall’esponente casertano del Pd Pina Picierno. Il rampollo del boss rispose poi con una intervista a Le Iene, in cui “condannò” apertamente la scelta criminale del padre. “Mio padre ha sbagliato tutto nella vita. Ha 55 anni e ha passato 30 anni in carcere. Ragazzi, non buttate via la vostra vita: scegliete la legalità”.
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